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Cervi: “Ignorate migliaia di firme per lo stop alla caccia”

La denuncia della consigliera regionale Alessandrini (M5S): "Il centrodestra è rimasto sordo a qualsiasi confronto e proposta alternativa a quella di imbracciare i fucili e dare il via a una nuova stagione di caccia nei confronti di uno degli animali simboli della nostra regione. A questo si aggiunge la dovuta considerazione del commercio della carne di cervo, che rappresenta un vero e proprio business".

Comunicato Stampa

“A nulla sono valse le migliaia di firme raccolte, gli esposti delle associazioni animaliste e ambientaliste, le manifestazioni dei cittadini e il grande dissenso espresso dall’opinione pubblica locale e nazionale, il centrodestra che governa Regione Abruzzo è rimasto sordo a qualsiasi confronto e proposta alternativa a quella di imbracciare i fucili e dare il via a una nuova stagione di caccia nei confronti di uno degli animali simboli della nostra regione. La maggioranza con 18 voti contrari ha respinto la nostra mozione con cui chiedevamo il ritiro della delibera di Giunta che prevede l’abbattimento di 469 cervi. Un’azione violenta, inutile e dannosa che non porterà alcun presunto beneficio agli agricoltori ma proietterà l’Abruzzo indietro di un secolo, arrecando, alla nostra terra, un danno d’immagine irreparabile”, commenta Erika Alessandrini, Consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, a margine della seduta di commissione agricoltura nella quale, nonostante le sollecitazioni a un ripensamento, la Giunta Marsilio ha confermato che dal 14 ottobre si procederà con l’abbattimento di 469 cervi.

“Vengono tirate in ballo dal centrodestra, in un maldestro tentativo di condividere le responsabilità con altri, le Regioni in cui la caccia al cervo è consentita, ma non vengono considerate quelle in cui, invece, si finanziano e promuovono studi ed azioni per salvaguardarli o reintrodurli. Abbiamo proposto anche uno spostamento di alcuni capi in questi territori, al fine di salvare loro la vita e coadiuvare, laddove è al vaglio, il loro reinserimento in natura. Ma questo centrodestra non conosce il dialogo e l’ascolto. Regione Abruzzo, con l’adozione di questa misura, non spenderà un euro, scaricandosi da qualsiasi responsabilità e lasciando nelle mani della lobby dei cacciatori il compito di agire per gli agricoltori. A questo si aggiunge l’ulteriore dovuta considerazione relativa al commercio della carne di cervo, che rappresenta un vero e proprio business con un guadagno elevatissimo a fronte delle poche centinaia di euro pagate dai cacciatori per sparare”.

Conclude Alessandrini, “Come Movimento 5 Stelle riteniamo che vadano date ben altre risposte agli agricoltori ed ai professionisti di questo settore, con investimenti e programmazione di medio e lungo periodo. La caccia al cervo con l’abbattimento di 469 cervi rappresenta il fallimento della politica di governo regionale, sintomo di una visione miope e distruttiva del territorio”.

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