La consigliera Teresa Nannarone, nel commentare le iniziative dell’autorità giudiziaria nei confronti dell’edificio in costruzione in Via Tratturo, afferma che un atteggiamento più attento dell’Amministrazione Comunale avrebbe potuto evitare l’inchiesta ed il filone giudiziario.
Una considerazione che presuppone connessioni tra i poteri che sono, credo, estranei ad una dialettica democratica e che volgono, come altrove spesso accade, verso condizioni di autocrazia.
In che modo i membri della Giunta Municipale avrebbero potuto impedire il rilascio di un permesso di costruire, il compiersi di eventuali abusi edilizi e le conseguenze giudiziarie legate ad esse?
Solo in un modo: esercitando un potere di censura nei confronti di quei funzionari cui spetta di verificare la compatibilità delle richieste dei privati nei confronti della Legge, calpestando in una volta decenni di provvedimenti di riforma della Pubblica amministrazione. L’azione dell’Amministrazione Comunale non è stata, come si vuol affermare, ispirata alla “rinuncia a svolgere alcun ruolo”; al contrario, è stata eseguita una attenta valutazione delle ragioni che hanno consentito agli Uffici il rilascio del permesso di costruire, mentre la consapevolezza di una inchiesta della Magistratura imponeva un riserbo nei giudizi che altrimenti avrebbero potuto configurarsi come improprie ingerenze nei confronti di un’autonomia, quella dell’autorità inquirente, che in questi tempi appare gravemente minacciata. Se di abuso si tratta, questo non è stato compiuto né favorito da questa Amministrazione Comunale che, come è del tutto evidente, è riconosciuta come parte offesa.
Diverso è il giudizio, questo si politico, sulla successione dei condoni edilizi, sui provvedimenti di incentivo del settore edile e su tutte quelle disposizioni emesse dalle Autorità centrali che hanno favorito il compiersi di un così grave degrado del territorio. Iniziative di governi che hanno, con queste, richiesto ed ottenuto enormi favori e consensi popolari. Piuttosto, il tentativo del mio assessorato di modificare in parte gli effetti negativi dell’applicazione della L.R. 49/2012 per ricostituire un corretto controllo delle trasformazioni urbane ha un’avversione aspra, segno anche questo di un forte degrado nel dibattito pubblico che poco aiuta il confronto democratico”.
Lo dichiara l’Assessore all’Urbanistica, Sergio Berardi.
Comunicato stampa