“Così come è stata formulata, la web tax del Governo Meloni è una iattura per le aziende dell’informazione on line, soprattutto per quelle più piccole che, teniamolo sempre a mente, rappresentano un baluardo della democrazia. Ci batteremo in aula affinché la web tax venga modificata: è assurdo che le aziende, anche quelle con i bilanci in rosso, paghino il 3% del fatturato. Le tasse vanno pagate sugli utili e non sui ricavi e occorre un’ampia franchigia a tutela dei piccoli editori.” Queste le parole di Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Azione, in un’intervista al periodico online “La Nuova Pescara”
“Non è accettabile – continua Sottanelli – alcuna forma di limitazione del pluralismo dell’informazione, la cui sacralità è insita nella nostra Costituzione, men che meno esercitata attraverso una subdola tassazione. Il Governo ha letteralmente distorto la finalità della tassazione per le aziende del web, di cui si discute da anni. Io sono per una tassa a carico dei colossi del web, che fatturano miliardi ma, grazie a comode società offshore, eludono tranquillamente il fisco italiano. Questi colossi, spesso fruendo dei contenuti giornalistici prodotti da altri, hanno certamente contribuito alla crisi di un settore, quello dell’informazione, i cui effetti nefasti sono sotto i nostri occhi: un esercito di prepensionati, disoccupati e lavoratori precari. Tali negatività si sono riversate anche sull’istituto di previdenza dei giornalisti, l’Inpgi, ritrovatosi a non poter più far fronte al pagamento delle pensioni e, alcuni anni fa, mestamente confluito nell’Inps.”
“Una web tax degna di questo nome – conclude – colpisce i grandi e non i piccoli editori e così facendo ristabilisce un equilibrio sul mercato. Per tutti questi motivi, farò tutto quanto nelle mie facoltà di deputato affinché la tassa del web venga corretta prima dell’approvazione definitiva.”
Comunicato stampa