Si chiama ABRU, Abruzzo Biglietto Regionale Unico, e potrebbe consentire a tutti i cittadini di muoversi con un unico biglietto a tariffa fissa di 1,40 euro e validità giornaliera, su tutte le linee, indipendentemente dalle tratte percorse e dai mezzi utilizzati (autobus, filobus, treni regionali) e dai concessionari.
E’ la proposta per riorganizzare il trasporto pubblico locale avanzata dall’opposizione nel Consiglio regionale d’Abruzzo.
In conferenza stampa all’Aquila il progetto è stato presentato oggi nel dettaglio. La proposta – riporta Ansa – prevede la discussione e l’approvazione di un Ordine del giorno, condiviso nei singoli Comuni, che potrebbe impegnare le Amministrazioni comunali a manifestare formalmente alla Regione Abruzzo la volontà di istituire ABRU per semplificare la mobilità dei cittadini, incentivare l’uso del trasporto pubblico locale e tutelare l’ambiente.
“Questa iniziativa – ha spiegato il capogruppo Luciano D’Amico – porta benefici nella lotta allo spopolamento delle aree interne, facilitando la connessione tra Comuni, eliminando le disparità tra territori e riducendo i disagi di chi, per lavoro o studio, è costretto a muoversi per lunghi percorsi tra un Comune e l’altro” Esiste già un biglietto unico tariffario di 1,40 euro valido per l’Area Metropolitana di Pescara e Chieti, ha ricordato D’Amico, “indipendentemente dalla tratta percorsa. Dobbiamo estendere questo modello a tutto il territorio regionale, visto che l’attuale frammentazione del sistema delle concessioni e del sistema tariffario del trasporto pubblico locale crea una difficoltà ingiustificata a chi utilizza i mezzi pubblici.
L’iniziativa si propone di ampliare le agevolazioni per i pendolari e di rendere gratuito il trasporto per gli studenti, come avviene in altre regioni. Analizzando i dati relativi al numero dei passeggeri e ai ricavi da bigliettazione del Trasporto pubblico in Abruzzo negli ultimi 5 anni – ha aggiunto D’Amico – si può osservare che nel quinquennio 2018-2022 il ricavo medio per passeggero è pari a 0,97 €., valore che, pur risentendo degli abbonamenti e delle agevolazioni già in essere, rende evidente la sostenibilità di ABRU”.
“Le attuali concessioni sono in regime di proroga e in imminente scadenza, come l’affidamento in house providing della TUA SpA, per cui al rinnovo è certamente possibile modificare gli schemi contrattuali, passando” ha spiegato D’Amico, dal modello attuale, ispirato al cosiddetto net cost (che pone a carico del concessionario sia il rischio industriale sia il rischio commerciale) al modello gross cost, “ossia ponendo a carico del concessionario il solo rischio industriale e mantenendo in capo alla Regione concedente il rischio commerciale (andamento dei ricavi da bigliettazione che verrebbero riversati al concedente)”.
“Il diritto alla mobilità – ha concluso D’Amico – è la premessa per l’esercizio di ulteriori diritti fondamentali, quali il diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute”.