“Il Consiglio regionale, dopo il lungo dibattito in Commissione Ambiente, non è riuscito ieri ad approvare la legge che definisce le aree idonee e non idonee per l’installazione di pannelli solari e impianti di energie rinnovabili. Il confronto proseguirà nella seduta di venerdì 11 marzo, con l’obiettivo di trovare una sintesi tra i numerosi emendamenti presentati”. Si legge nella nota di Confagricoltura L’Aquila.
“Siamo profondamente delusi dalle nuove proposte emendative, che non forniscono alcuna garanzia contro il rischio di un’occupazione indiscriminata dei suoli agricoli fertili, con particolare riferimento alla piana del Fucino” afferma Fabrizio Lobene, Presidente di Confagricoltura L’Aquila. “La nostra Organizzazione ha lavorato intensamente per suggerire ai Consiglieri di maggioranza e di opposizione soluzioni che tutelino le aree agricole più produttive della regione”.
“Il 18 marzo 2025 è stata convocata la conferenza di servizio decisoria per il via libera alla realizzazione dell’impianto irriguo su 7.000 ettari del territorio fucense, un intervento dal valore di circa 200 milioni di euro. Ci chiediamo se questo investimento sarà destinato a garantire l’acqua agli ortaggi della piana o ai pannelli fotovoltaici”, prosegue Lobene.
Confagricoltura ha sempre sostenuto l’innovazione tecnologica come strumento di progresso per il settore agricolo, ma ritiene che sia necessario procedere con cognizione di causa, senza compromettere un patrimonio di valore inestimabile come la piana del Fucino.
Per questo motivo, Confagricoltura ha proposto di destinare, all’installazione di impianti per le energie rinnovabili, i terreni agricoli abbandonati, incolti o insufficientemente coltivati, già censiti e inseriti nella Banca della Terra d’Abruzzo, istituita con la legge regionale 26 del 2015 e gestita dai comuni. La normativa prevede che i Centri di Assistenza Agricola (CAA) collaborino con i comuni per individuare queste aree, che rappresentano migliaia di ettari potenzialmente disponibili senza compromettere le terre più fertili.
Confagricoltura sottolinea inoltre che, nel convegno organizzato dal Movimento Cristiano dei Lavoratori ad Avezzano lo scorso dicembre, il direttore dell’Organismo di Coordinamento Agea ha presentato dati satellitari che confermano l’esistenza, nei nostri territori, di migliaia di ettari non coltivati e potenzialmente utilizzabili per questi impianti.
“Chiediamo con forza ai consiglieri regionali di rivedere il provvedimento, affinché lo sviluppo delle energie rinnovabili non avvenga a scapito della nostra agricoltura. Il Fucino non è solo un’area produttiva, ma un’eccellenza riconosciuta, frutto del lavoro e degli investimenti degli imprenditori agricoli.
Siamo favorevoli all’innovazione, ma riteniamo che debba essere implementata con responsabilità e pianificazione. La Regione Abruzzo possiede già una legge per il recupero dei terreni abbandonati, offrendo una soluzione concreta per l’installazione di impianti rinnovabili senza sacrificare suoli fertili. Chiediamo che questa strada venga percorsa con determinazione, per garantire uno sviluppo sostenibile che tuteli il nostro patrimonio agricolo e le imprese che lo rendono grande”, conclude Lobene.
Comunicato stampa