«La provetta che può salvarvi la vita arriva a casa vostra in una busta, non gettatela via». L’appello è del direttore generale della Asl2 Lanciano-Vasto-Chieti, Pasquale Flacco, il quale invita i cittadini ad aderire allo screening contro il tumore del colon retto, visto che in tutto il territorio della provincia di Chieti proprio in questi giorni è in fase di completamento la distribuzione del kit che permette di effettuare la ricerca del sangue occulto nelle feci. Un esame grazie al quale, com’è noto, è possibile individuare la presenza di cellule anomale, in forma di polipo, che possono degenerare in tumore. «Siamo all’apice della nostra campagna – aggiunge il manager – con la popolazione target, rappresentata da uomini e donne in età compresa tra 50 e 69 anni, invitata a sottoporsi a un semplice test, gratuito, che richiede pochissimo tempo. Vale la pena spenderlo per guadagnare anni di vita preziosi».
In queste ultime settimane l’invito a partecipare allo screening è rivolto ai cittadini di Chieti e dell’immediato hinterland, ai quali viene inviata la brochure con la provetta in cui raccogliere il campione di materiale organico su cui eseguire il test, che, come ricorda Titta Lattanzio, responsabile del programma di prevenzione contro il tumore del colon, può essere consegnata in qualunque farmacia del territorio provinciale che poi provvede alla consegna presso i laboratori degli ospedali. Nei primi otto mesi del 2016 l’adesione alla campagna ha fatto registrare un sensibile aumento rispetto agli anni precedenti, con un’adesione della popolazione pari al 30%, di cui il 10% risultato positivo all’esame di primo livello, mentre nel 5% dei casi è stato diagnosticato un cancro conclamato.
Un contributo significativo all’incremento delle adesioni è arrivato senza dubbio dall’accordo siglato con Federfarma, che ha facilitato non poco la riconsegna delle provette offrendo la possibilità di lasciarle nelle farmacie, presenti capillarmente su tutto il territorio della provincia. Sarà stata anche questa collaborazione a incoraggiare la partecipazione, come dimostra l’elevato tasso di adesione registrato anche nelle aree geograficamente più svantaggiate, come l’Alto Vastese, che ha dato una bella risposta in termini di adesione. Com’è noto, il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci rappresenta un esame di primo livello, il cui esito, se negativo, viene comunicato per lettera; in caso, invece, di risultato positivo, l’utente viene contattato per approfondimenti diagnostici, ugualmente gratuiti, e indirizzato a successivi trattamenti chirurgici, ove necessario.
Foto di: www.fanpage.it