Fondamentalmente, si sta cercando solo di rendere quanto più chiaro il quadro già emerso secondo le coordinate di una lunga inchiesta, incominciata nel 2017, tentando di capire le colpe effettive e le effettive irregolarità attuate. Un quadro che, stando così le cose, appare come un fitto puzzle di ruoli e personaggi, ognuno dei quali pare aver avuto un incastro specifico nella vicenda. Questa mattina, nelle aule del Tribunale di Avezzano, il primo cittadino di Capistrello, Francesco Ciciotti, finito agli arresti domiciliari da due giorni per i reati ipotizzati di corruzione, concussione e turbata libertà degli incanti, assieme a Corrado Di Giacomo, ex consigliere comunale con delega ai Lavori pubblici e a Romeo Di Felice, 59 anni, responsabile del servizio tecnico, accusato, in questo caso, di falso, truffa e turbata libertà degli incanti, è stato ascoltato dal Giudice per le indagini preliminari, la dottoressa Maria Proia. Un interrogatorio durato tre ore e mezza circa in cui il sindaco di Capistrello ha contestato tutto puntualmente, respingendo anche tutte le accuse.
Il suo avvocato, Antonio Milo, ribadisce che il suo assistito si dichiara innocente ed estraneo ai fatti. E’ stata chiesta, inoltre, anche la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari, sulla quale richiesta il Gip si esprimerà e si pronuncerà nei cinque giorni consecutivi, previsti dalla legge a partire da oggi.
A monte delle indagini, portate avanti dai Carabinieri (con il coordinamento del Maggiore Commandé da L’Aquila) c’è un fitto reticolato di intercettazioni ambientali. Secondo il suo legale, Ciciotti avrebbe dato spiegazioni anche su queste di fronte al Gip. Allo stato dei fatti, Francesco Ciciotti resterà sindaco di Capistrello: non intende, infatti, dimettersi dalla sua carica. L’interrogatorio di Garanzia del primo cittadino di fronte al Gip si è concluso verso le ore 13 e 30.
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