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Rigettata la richiesta di revoca dei domiciliari al sindaco: Ciciotti resta agli arresti

Proprio ieri, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avezzano, la dottoressa Maria Proia, ha siglato i tre provvedimenti che vanno a respingere le richieste di revoca delle misure emesse, avanzate dagli avvocati difensori dei tre professionisti e amministratori che sono finiti agli arresti domiciliari all’alba del 20 novembre scorso, gli unici su 16 indagati in tutto in merito all’inchiesta partita più di un anno fa, nel mese di settembre, e seguita dalla Procura avezzanese.

Si tratta del sindaco di Capistrello, Francesco Ciciotti (ancora non si è dimesso dalla carica di primo cittadino, anche se è stato già sospeso qualche giorno fa dalla Prefettura dal suo ruolo pubblico; il timone di governo, infatti, per ora, è stato preso dalla sua vice), dell’ex consigliere comunale con delega ai lavori pubblici, Corrado Di Giacomo e del responsabile dell’area tecnica sotto il tetto del Municipio, il geometra Romeo Di Felice.

Sono state, quindi, rigettate le richieste degli avvocati difensori di tutti e tre gli arrestati. I legali hanno, per parte loro, già avanzato richiesta al Riesame. Le motivazioni addotte dal Gip, a fronte del rigetto, sono state connesse al fatto che permarrebbero gravi indizi di colpevolezza a carico dei tre, così come contestati dall’organo della Pubblica Accusa. Romeo di Felice è difeso dall’avvocato Fernando Pestilli, mentre Corrado Di Giacomo da Roberto Verdecchia. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di concussionecorruzioneturbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraentetruffa aggravata e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

La prossima partita si giocherà al Tribunale del Riesame. L’udienza è stata fissata per il 6 di dicembre. Anche l’avvocato Antonio Milo, difensore del primo cittadino, ha fatto richiesta di Riesame al Tribunale della Libertà, a L’Aquila. Le indagini partorite dagli investigatori hanno portato alla luce, secondo l’accusa, “gravi irregolarità” relativamente all’affidamento di incarichi e servizi pubblici.

Foto di: InfoMediaNews Archivio  

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