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L’Aquila, sequestrati 340mila euro a dirigente pubblico che svolgeva attività privata non autorizzata

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza dell’Aquila, diretti dal tenente colonnello Sergio Aloia, hanno eseguito un sequestro conservativo disposto dalla locale Corte dei Conti per un valore di 340.000 euro nei confronti di un dirigente della Asl 1 Avezzano Sulmona L’Aquila, che ha svolto, in modo continuativo e non occasionale, una rilevante attività professionale privata, inizialmente senza la prevista autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza e poi in difformità della stessa.

Le investigazioni delle fiamme gialle hanno permesso di appurare che il dirigente, dal 2007 al 2015, sebbene titolare di un incarico a tempo pieno, ha curato incarichi relativi a progettazioni, collaudi e direzione lavori nell’ambito della ricostruzione post-sisma per conto di numerosi soggetti privati. Per diversi anni, l’attività professionale extra-istituzionale è stata inoltre svolta in totale assenza della prevista autorizzazione da parte dell’Amministrazione d’appartenenza, essendo stata questa richiesta solo nel 2012.

Le indagini delle fiamme gialle hanno consentito di appurare inoltre che, dopo tale data, il dipendente pubblico, sebbene autorizzato, ha continuato ad esercitare l’attività extra-istituzionale con regolarità, sistematicità e ripetitività nei confronti di una moltitudine di committenti, non rispettando il limite dell’occasionalità imposto sia dalla normativa di settore che dalla stessa autorizzazione. La prevalenza dell’attività libero professionale esercitata dal dirigente rispetto a quella pubblica emergeva inoltre dalla quantificazione dei compensi complessivamente percepiti.

Rapportando le due diverse tipologie di introiti, risultava infatti chiaramente che l’attività extra-istituzionale non fosse solo adeguatamente lucrativa ma, in alcuni anni, addirittura prevalente rispetto a quella svolta alle dipendenze dell’ente pubblico. Pertanto, il dirigente pubblico, esercitando in modo continuativo e non occasionale una rilevante attività professionale privata, inizialmente in assenza dell’autorizzazione dell’Amministrazione d’appartenenza e, successivamente, in difformità della stessa, violava il precetto normativo di cui all’art. 53 del Decreto Legislativo n. 165/2001 che, sanzionando le condotte descritte, prevede anche l’obbligo di versamento del compenso indebitamente ricevuto dal dipendente pubblico su un conto corrente dedicato dell’Amministrazione d’appartenenza, per essere destinato ad incrementare il fondo di produttività dell’ente medesimo.

Le investigazioni delle fiamme gialle hanno fatto pertanto emergere un danno erariale patito dalle pubbliche finanze, a causa dei mancati versamenti dei suddetti compensi da parte del dipendente pubblico, per un importo complessivo di circa 335.000 euro. Tale danno, prontamente segnalato dai finanzieri alla magistratura contabile, cui vanno aggiunti interessi, rivalutazioni e spese accessorie, è stato quantificato dalla locale Corte dei Conti in 340.000 mila euro; valore corrispondente al sequestro conservativo appena eseguito.

Fonte: AGI

 

Foto di: ANSA.it

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