Vetri di bicchieri sopravvissuti che toccano oggi labbra ancora sincere, sorridenti e senza paura. Il sommelier esercita, sulla società a lui contemporanea, un’azione rilassante. Fa intendere, agli altri, quanto sia importante strappare dal tempo, qualche minuto per sé stessi e fa capire, sempre agli altri, quanto rivesta valore l’atto di prendersi cura dell’aroma, del sapore e dell’odore. Ad Amatrice, adesso, dove l’aria sa solo di cenere imbestialita, una serata al profumo di vino rosso potrebbe, forse, far tornare a guardare in faccia la vita per ciò che essa effettivamente è, ossia una grande opportunità da riprendersi al volo.
La Delegazione avezzanese di Fisar di L’Aquila, questa sera, sabato 19 novembre, alle ore 20 in punto, a Scurcola Marsicana, nei posti a sedere di ‘La Locanda Incantata’, battezzerà una serata di luce accesa per Amatrice. All’insegna dell’enogastronomia più eloquente abruzzese, infatti, e alla riscoperta del sapore tipico, la Federazione Italiana Sommelier, Albergatori e Ristoratori provinciale ha scelto di insinuare fra calici di vino rosso e bianco, anche la raccolta fondi per la città terremotata. Durante la presentazione dei vini della Fattoria Buccicatino, di fatti, la delegazione di sommelier marsicani consegnerà tra le mani della presidente dell’Associazione ‘Amatrice siamo noi’, Susanna Lombardi – creatasi proprio a seguito del tragico evento tellurico – il ricavato della raccolta fondi svoltasi nei giorni 15 e 16 ottobre scorsi, in occasione della manifestazione ‘La Marsica Accoglie Amatrice’. La Pro Loco di Avezzano, in quel weekend solidale, avvenuto presso il Centro Fieristico del Nucleo Industriale, diede tutto lo spazio ed il tempo possibile alla popolazione di Amatrice, accogliendo in città una rappresentanza della popolazione che non si è data per vinta.
Questa sera, Susanna Lombardi, Ernesto Berardi, assessore comunale di Amatrice, Edoardo Tudico, Presidente della Pro Loco di Avezzano, Umberto Buccicatino, titolare della Fattoria Buccicatino e Giuseppe Caudai, segretario Fisar brinderanno ad un passaggio di consegne – o di bonifico – fuori dalla normalità. «900 euro tondi tondi (importo, questo, relativo a quei due giorni di Fiera sopra citati, in cui la Fisar L’Aquila – delegazione di Avezzano, ha venduto vini ed oli italiani Ndr.) verranno donati all’Associazione stessa. Si tratta di una somma solamente simbolica, che verrà presto integrata da altre risorse economiche raccolte durante il nostro evento dal titolo di ‘Un Calice di Speranza’, il quale è ancora in attivo: continuerà, di fatti, ad essere presente in città fino a dicembre prossimo, nel cuore bianco del Natale», specifica Giancarlo Lo Re, sommelier marsicano. «La Fisar – continua – ha scelto di incanalare nell’occasione di arpeggi vinicoli di questa sera, anche la causa buona di Amatrice e del suo terremoto non solo materiale, ma anche psicologico. Nel nostro piccolo, di fatti, stiamo tentando di aiutare una comunità intera a rinascere, anche grazie alla nostra passione più grande, quale quella per il vino più puro. I 900 euro sono già nelle disponibilità degli amatriciani. Per quanto concerne la cifra maggiore, invece, – avverte ancora Lo Re – ossia quella relativa al nostro lungo operato con l’evento solidale promosso di nostra iniziativa ed incominciato nel mese di agosto 2016, non c’è ancora una destinazione precisa per i soldi racimolati: questa sera, parleremo con l’assessore del Comune di Amatrice per sapere come far fruttare materialmente la nostra solidarietà economica».
«Durante la due giorni per Amatrice, – conclude, infine, Giancarlo – abbiamo venduto vino ed olio, in base alle aziende italiane che ci hanno dimostrato la loro accondiscendenza e solidarietà a prendere parte a questo tour de force della beneficenza, inviandoci i loro prodotti da commercializzare. Abbiamo ancora molto materiale di qualità da vendere: presto, infatti, ci rimetteremo in marcia. Auspichiamo davvero nella magia del Natale 2016, affinché possa muovere ad acquistare un regalo diverso, in cui la qualità non venda solo sé stessa, ma anche la promessa di ricostruzione fatta ad un territorio finito, purtroppo, recentemente sottoterra».