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Il sindaco di L’Aquila si sveste dal ruolo per cercare fermezza nella classe dirigente: rassegnate le dimissioni da primo cittadino

Una conferenza stampa pubblica, convocata alle ore 17 e 30 del pomeriggio di fronte alla stampa locale, alle TV e, quindi, anche di fronte alla sua cittadinanza. In diretta, ieri, da Palazzo Fibbioni, il sindaco, ora dimissionario della città di L’Aquila, capoluogo d’Abruzzo, Pierluigi Biondi, che ha rassegnato ufficialmente le sue dimissioni dalla carica di primo cittadino, convocando un incontro pubblico per rendere palesi le sue scelte e le sue ragioni. Da oggi partono i 20 giorni di tempo utili per ritirarle, ma il 31 marzo prossimo, si prefigura già all’orizzonte la prima boa del Bilancio da superare.

Urge, ora, trovare una quadra con la sua maggioranza di Governo per poter, quindi, ritirare le sue dimissioni e rimpastare degnamente la Giunta. Una conferenza stampa convocata di sera dopo aver portato a casa due risoluzioni importanti, ossia quella relativa al Premio nazionale del Paesaggio, ‘Amphisculpture di Beverly Pepper’, che ha ricevuto una menzione speciale e la firma di una lettera ai sindacati Cgil per l’applicazione della clausola sociale rivolta agli operatori di Verdeaqua, in difficoltà. «L’Aquila – ha detto Biondi – si trova in una fase molto delicata ed importante della sua storia recente adesso. A pochi passi dal Decennale del sisma del 2009, da un lato abbiamo risposte non sufficienti da parte del Governo e dall’altro preme una situazione locale, per quanto riguarda le forze politiche in campo nel nostro Comune, in cui va cercato di nuovo un senso di responsabilità».

«Ho avuto in questi giorni – ha continuato Biondi – un ennesimo incontro con il sottosegretario Crimi al quale ho chiesto una serie di cose. Reclamo da tempo, ad esempio, lo stato della Ricostruzione Pubblica, con la fetta dei 400 mila euro dello scorso anno ancora congelati e dei 400 mila euro di quest’anno ancora non rientrati, nonché la pari cifra dell’anno che verrà. Questi frutti economici sono dovuti, lo ribadisco, ad una convenzione che il Comune dell’Aquila ha stipulato con altri Enti e con Abruzzo Engineering. Fondi attualmente bloccati – ha detto – per dei cavilli burocratici che sinceramente non comprendo ancora».

«Per tutto quello che c’è da fare, quindi, nonostante quello che è già stato fatto e che è tanto – ma il futuro, lo annuncio, è ancora più robusto di attività – c’è bisogno di un sindaco e di una Giunta nella pienezza delle loro funzioni e delle deleghe assegnate; ma anche di un Consiglio comunale che sappia innanzitutto indirizzare, ma anche correggere, se ve ne sia la necessità, senza pregiudizi o giochi di posizionamento. Io non sono disposto – ha aggiunto – a mettere le mani nelle tasche delle imprese e delle famiglie aquilane, né a fare l’esattore per conto di terzi. Questa popolazione va rispettata a qualsiasi livello. Se non arriveranno i fondi per il riequilibrio di Bilancio, io farò fare questo lavoro ad un commissario».

Dal comunicato stampa ufficiale: “Alcune componenti politiche che, insieme a me, sono state chiamate ad amministrare la città nel giugno del 2017, sembrano aver smarrito la forza propositiva e l’entusiasmo di quei giorni. È come se avessero dimenticato che l’obiettivo unico e primario è la ricomposizione comunitaria della città e del suo territorio, attraverso politiche e interventi efficaci, che abbiano come fine ultimo la crescita e il benessere dei cittadini. È questo il momento per dimostrare che la città può contare su una classe dirigente consapevole e matura, che sappia coniugare valori e azioni di una buona e sana amministrazione”.

Foto di: InfoMediaNews

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