[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2016/11/AvezzanoCircoloTennis_thumb177.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/AvezzanoCircoloTennis.mp4[/KGVID] Il coach di sangue internazionale Claudio Pistolesi ad Avezzano, grazie alle mire positivamente espansionistiche dell’Avezzano Tennis Team. L’asso piglia tutto, nello Sport, è uno stato della mente e dell’anima.
Incominciò dalla terra rossa battuta. Incominciò dall’orizzonte del mondo sportivo spalmato sul pavimento. Oggi, la sua ‘Claudio Pistolesi Enterprise’, un po’ come la mega nave stellare di Star Trek, accoglie e raccoglie talenti del Tennis da ogni dove, convogliandoli e convergendoli tutti in Florida, dove ha sede il suo centro di allenamento tennistico internazionale, nato quattro anni fa. Claudio Pistolesi, cioè, da ex giocatore ed ex allenatore, ha deciso di dedicarsi ai giovani in erba della pallina gialla che deve, ad ogni costo e con ogni sacrificio montante sulle spalle robuste, attraversare il confine della rete, e fare punto.
Claudio Pistolesi, romano di nascita, è, ora, residente negli Stati Uniti d’America, dove la sua società, la ‘Claudio Pistolesi Enterprise’, ha posto a terra le radici di una missione sociale e sportiva al contempo, ossia quella di assistere i ragazzi nei periodi di transizione in ambito tennistico e scolastico e di dare loro la possibilità di conoscere il mondo dei college e delle università americane.
La sua carriera da allenatore è incominciata nel 1995, quando divenne la stella guida della statunitense Monica Seles, conquistatrice, sotto la sua guida, di un titolo degli Australian Open e del primo posto al ranking WTA. Tanti talenti d’oro sono passati per le sue mani forti e umili allo stesso tempo, ma c’è, ad oggi, un allievo con cui Claudio Pistolesi ha intrecciato una osmosi maggiormente riuscita? «Sicuramente ve ne sono diversi. – risponde – Durante la mia vita, ho viaggiato per 30 anni da allenatore e, da quattro anni a questa parte, con la mia ‘Claudio Pistolesi Enterprise’, ho quasi cambiato lavoro, crescendo tanti ragazzi, sia italiani che non italiani; sono molto orgoglioso di ognuno di essi. Già 11 di loro, infatti, sono nelle Università americane dove si laureeranno ed avranno, comunque, il tempo per espugnare le porte del Tennis professionistico, per chi ce la farà e per chi avrà le potenzialità giuste. Dico la verità: faccio fatica a pronunciare un nome solo, credo, infatti, che la vera vittoria sia migliorare, innanzitutto, i ragazzi come persone ed aiutarli a trovare la loro strada, perché so che questa crescita ripagherebbe le famiglie ed i genitori di tanti sacrifici coltivati e continuati a produrre di giorno in giorno in questi anni, anche perché è vero che non tutti andranno a giocare a Wimbledon. Ma a me interessano anche coloro che non andranno a giocare a Wimbledon, ma che, invece, avranno utilizzato il tennis per trovare una loro via nella vita: questa è la chicca meravigliosa di questo sport e che mi rende così orgoglioso dopo tanti anni di pratica».
«Mi ritrovo – conclude Pistolesi – ad essere nella parte più bella della mia vita tennistica, ossia quella che fa il reale peso della differenza nelle esistenze dei ragazzi e delle loro famiglie, attraverso gli occhi veloci del gioco del Tennis». Giocare a Tennis, quindi, ha valore non solo fra le ali di un Palazzetto sportivo, ma anche fra le quattro mura di casa propria, fra le pareti, cioè, di una propensione all’ambizione a 360 gradi.