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Vola via Franco De Nicola, volto storico della città di Avezzano

«Sotto la maschera del burbero si nascondeva la persona più buona del mondo», così Emanuela De Nicola ricorda suo padre. Franco De Nicola, all’età di 78 anni, è, infatti, volato via, per non tornare più. Si è spento lentamente, il 24 dicembre, come una fiamma che continua a nutrirsi di ossigeno, senza consumarsi al primo soffio del vento. Due anni di sofferenza lo hanno tormentato nell’ultima fase della sua vita piena, conclusa in una camera della Clinica di Lorenzo, a causa di un tumore incurabile che lo ha costretto alla resa, piegando un guerriero che aveva forgiato la sua corazza di duro fin da bambino.

«Costretto a lasciare gli studi perché divenuto orfano di padre a soli 18 anni, come secondo di sei figli, ha dovuto, fin da subito, intraprendere una professione, per garantire un futuro alla sua grande famiglia». Franco, così, prese il posto del padre. Iniziò a lavorare al Comune di Avezzano, sostituendo il genitore, appena scomparso, nella sua precedente mansione. «Faceva il fontaniere, ma ne ha fatta di strada da quel tempo».

10407417_1383052225343049_220603176724930873_nIl ricordo di Franco De Nicola vive nelle parole colme d’emozione di sua figlia Emanuela, profondamente colpita da una perdita maturata veramente soltanto ieri, nella Chiesa di San Rocco, dove, alle 15, si è svolto il funerale, per dare l’ultimo saluto a suo padre.

Un uomo tutto d’un pezzo, per il suo forte carattere e per le esperienze che la vita gli ha posto di fronte. Franco De Nicola si è fatto strada tra le mura del Municipio cittadino e fuori. Pur senza aver conseguito il massimo titolo di studi, cioè la laurea, egli, con anni di lavoro e fatiche, è divenuto «Dirigente della Polizia Municipale, servendo il Comune di Avezzano per 40 anni». Una delle molte cariche che l’uomo ha ricoperto nel corso della sua lunga carriera lavorativa, in cui è stato, inoltre, Dirigente del settore del Personale e di quello culturale.

Avezzano lo ha ricordato ieri, nelle esequie funebri in suo onore, e lo farà ancora domani, quando, nella seduta del Consiglio comunale, verrà svolto un minuto di silenzio per la sua scomparsa. Perché Franco De Nicola ha servito il Comune della sua città non soltanto da dietro le quinte ma, anche e soprattutto, scendendo in campo da protagonista politico. «È stato, per dieci anni, Consigliere Comunale – spiega Emanuela – e vicepresidente del Consiglio Comunale, nelle due legislature precedenti a quella attuale». Anni spesi ad aiutare, in particolare, tutte quelle persone che vivevano in situazioni di gravi difficoltà economiche. Franco, infatti, non amava ricoprire incarichi politici, per costruirsi un nome o vantarsi di essere diventato una personalità di spicco a livello cittadino. La sua idea di adempiere agli incarichi che ricopriva era fondata sull’onestà morale. «Mio padre non amava il prestigio che le cariche ufficiali conferiscono, bensì desiderava darsi da fare per realizzare qualcosa di buono, valorizzando il suo mestiere di uomo politico».

Due anni fa il principio della fine. Alla diagnosi di una malattia incurabile, Franco non si è comunque abbattuto. Andava avanti, giorno dopo giorno, senza pensare al male che cresceva inesorabilmente dentro di lui, l’unica arma in grado di corrodere il suo cuore d’acciaio. «Mio padre fingeva di non essere malato – ricorda Emanuela – Lo ricorderò come maestro di vita, ma anche come uomo incredibilmente forte, ai limiti delle umane possibilità. Non si è mai lamentato, ha sopportato il dolore, anche quello lancinante, continuando a respirare vita. Il sorriso è stato suo compagno durante l’intero calvario della malattia, un sorriso volto a confortare me, i miei fratelli Stefano ed Enrico, e mia madre Silvana, la sua compagna di una vita».

Franco non c’è più. La morte ha sconfitto una personalità storica di Avezzano, un uomo dalla stoffa dell’irriducibile. Egli continuerà a vivere, però, attraverso i frutti di quanto realizzato durante una vita, quale è stata la sua, spesa a combattere per i suoi ideali e per una comunità intera. Soprattutto per chi, come Franco stesso, ha provato l’abito della difficoltà e ha bisogno, per questo, della mano amica che solo grandi uomini come lui possono porgere.

 

Foto di: Facebook

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