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Avezzanese a Milano: mi commuovo per un post-it che dice “andrà tutto bene”

"Dopo 4 settimane di isolamento i nervi sono a pezzi"

Milano sta vivendo la quarta settimana di isolamento. Il Coronavirus ha cambiato il volto della “città della moda”. Ora le sue strade sono deserte. I negozi sono chiusi. Fuori i supermercati lunghe code di cittadini, che con mascherine e guanti aspettano il proprio turno per poter entrare a fare la spesa. Sì, perché nei negozi di generi alimentari si può accedere pochi alla volta. Lo impongono le disposizioni governative adottate per contenere e contrastare la diffusione del Covid-19.

“E’ una situazione che mette molta tristezza” racconta Anastasia Nanni, giovane ricercatrice di Avezzano, che lavora all’Università Bocconi come PhD Candidate presso il Dipartimento di Marketing, e che vive stabilmente a Milano da diversi anni. Abbiamo ascoltato Anastasia un mese fa, quando ancora l’emergenza Coronavirus non aveva raggiunto il livello attuale e quando non potevano neanche immaginare che sarebbe diventata una pandemia. Ora abbiamo deciso di ascoltarla di nuovo, per avere una panoramica di Milano oggi, attraverso le sue parole.

In foto: Anastasia Nanni

Anastasia ci spiega che la situazione nel capoluogo lombardo è molto complicata. C’è tanta voglia di tornare alla normalità. Per chi come lei si trova lontano da casa e dai propri cari, la preoccupazione è doppia. Stare lontano dalla propria famiglia è un peso che si aggiunge alle tante angosce figlie di questa emergenza sanitaria.

“Dopo 4 settimane i nervi sono a pezzi. Mi commuovo per un post-it su un palo che dice “andrà tutto bene”, per un bambino che ti saluta dal balcone di fronte e nel sentire l’Italia unita e stretta in un solo abbraccio virtuale che si da coraggio, e questo chi mi conosce bene, sa che non è da me”.

Nonostante la difficoltà del momento, Anastasia ci tiene a sottolineare che non ha mai pensato di tornare in Abruzzo “Anche se capisco la paura, sono molto contrariata del fatto che molte persone siano tornate a casa: non hanno mostrato amore per la nostra terra e per i suoi splendidi abitanti”.

Alla domanda più dura, quella in cui le chiedevamo se qualche persona a lei vicina fosse stata contagiata dal virus, ha risposto fortunatamente di no. “Ma indirettamente purtroppo ho sentito di morti in famiglia di persone che conosco”.

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