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Operazione anti-droga, uno degli arrestati è residente a Celano

La vasta operazione anti-droga della Polizia scattata all'alba di questa mattina riguarda tutta la Provincia, in particolar modo la città dell'Aquila. Uno degli arrestati è stato raggiunto dalla misura cautelare in carcere nel Comune di Celano.

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Il traffico di sostanze stupefacenti riguarda in particolare modo il territorio aquilano, anche se uno dei 6 arrestati, in merito all’Operazione antidroga della Polizia scattata all’alba di oggi, è residente a Celano, nella Marsica.

Parliamo prettamente di spaccio di cocaina e hashish. Sono tutti cittadini stranieri.

Al termine di una complessa e articolata attività investigativa, che ha visto indagate 18 persone, ha arrestato i sei cittadini stranieri per reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti. Dovranno rispondere del delitto di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina, mentre altri sei stranieri e tre italiani sono indagati, in stato di libertà, per varie cessioni dello stesso stupefacente.

Le indagini dei poliziotti della squadra mobile hanno permesso di accertare una rilevante attività di vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina ed hashish, posta in essere da più persone, principalmente albanesi e macedoni, che hanno costituito una vera e propria organizzazione criminale dedita al reperimento e al successivo spaccio delle droghe nella città di L’Aquila.

Nel corso degli accertamenti di polizia giudiziaria, gli investigatori della Squadra Mobile hanno documentato come il sodalizio criminale, capeggiato da albanesi, si riforniva di droga nelle città di Roma, Tivoli e Celano, spesso rivolgendosi ad altri personaggi albanesi e, una volta reperita la sostanza, provvedeva, con la collaborazione degli altri associati e di persone comunque collegate all’organizzazione, allo smercio della stessa che avveniva quotidianamente in questo capoluogo e nell’immediata periferia della città.

I servizi di appostamento svolti dagli investigatori hanno permesso, inoltre, di verificare che la droga, prima di essere venduta al dettaglio, veniva nascosta in luoghi già individuati dai malviventi, spesso occultata sottoterra nelle campagne aquilane; quando si doveva effettuare una vendita, i malviventi prelevavano dal nascondiglio la droga e pesavano quella da vendere con un bilancino di precisione (che spesso veniva chiamato “l’asino”).

In un’occasione, gli operatori della Squadra Mobile erano riusciti a rinvenire e a sequestrare 1 kg di cocaina, nascosto nel terreno nei pressi del muro di cinta di un cimitero, arrestando due degli odierni indagati. Altri sequestri erano stati effettuati nel corso delle indagini per complessivi 1,5 chili di cocaina e 2 chili di hashish.

Le attività investigative, coordinate dal pm Mancini della Procura della Repubblica di L’Aquila e dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, hanno permesso di documentare, anche attraverso l’utilizzo di attività tecniche, una fiorente e redditizia attività di spaccio intrapresa dagli indagati.L’organizzazione poteva contare su una serie di spacciatori “al dettaglio” che, oltre a reperire nuovi clienti, provvedevano alla consegna delle dosi; dopo aver preso accordi telefonici, spesso tramite whatsapp, spacciatori e clienti si davano appuntamento e concludevano l’illecita transazione: il prezzo di ogni singola dose (mezzo grammo) era di circa 50 euro.

Gli accordi venivano sempre presi utilizzando un linguaggio volutamente criptico: caramelle per indicare le singole dosi di cocaina, sassi per 10 grammi, una mano o un palmo (che ha cinque dita) per indicare altrettanti grammi, una birra piccola piccola per indicare una singola dose da mezzo grammo, etc.Anche i membri dell’associazione, in più occasioni, hanno personalmente provveduto alla consegna della droga agli acquirenti.

La puntuale e analitica ricostruzione degli episodi di spaccio, l’individuazione del modus operandi e dei “compiti” che ogni appartenente all’organizzazione svolgeva, hanno consentito alla Squadra Mobile di prospettare alla Procura della Repubblica un solido quadro probatorio circa le responsabilità degli indagati e hanno così permesso all’Autorità Giudiziaria di disporre i provvedimenti cautelari oggi eseguiti dalla Polizia di Stato.

Il Questore di L’Aquila, Gennaro Capoluogo, nell’esprimere massima soddisfazione per il risultato ottenuto, ha affermato: “Nessuna tregua verrà data a chi pensa di delinquere in questo territorio, massimo rigore contro i venditori di morte.”

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