“Più che un’inaugurazione sembra una festa per l’avvio dei lavori quello che abbiamo visto oggi a Pescara. Il Presidente di regione Abruzzo Marsilio, e la sua Giunta di centro destra, hanno deciso di tagliare il nastro in pompa magna, per 32 posti letto dei 181 previsti e il reparto di terapia intensiva sembrerebbe ancora in lavorazione e quindi assolutamente lontano dall’essere operativo per il pubblico.
Fortunatamente oggi i posti nei reparti di Terapia Intensiva in tutti gli ospedali della Regione non sono in sovrannumero, anzi, gli ospedali abruzzesi sono pronti ad accogliere eventuali pazienti, a dimostrazione che quanto da noi affermato, ovvero che questo ospedale sarebbe arrivato tardi rispetto al picco dell’emergenza, è confermato dai numeri.
Ma oltre che fuori tempo massimo questa struttura, a mio parere, risulterà inutile fin quando non sarà attuata una massiccia assunzione di personale dedicato tra Medici, Infermieri e Operatori Socio Sanitari. Personale indispensabile per rendere un edificio, in cui a quanto si può osservare dai video diffusi dalla stessa Regione Abruzzo è stata fatta una restaurazione parziale, con i posti letto a blocchi di sei sistemati in aperture nei corridoi, un vero e proprio ospedale operativo in caso di un nuovo picco di contagi Covid.
Non abbiamo bisogno di quelle che potrebbero diventare cattedrali nel deserto, non abbiamo bisogno di strutture impacchettate a fretta per giustificare un taglio di nastro, ma quella che oggi è stato inaugurata sembra proprio esserlo. Una tendenza forse comune al centro destra, basta pensare all’inaugurazione spot organizzata da Fontana per l’Ospedale Covid in Lombardia” Lo afferma il Vice Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari a margine dell’inaugurazione della struttura Covid ricavata dai locali ex Ivap dell’Ospedale di Pescara.
“Sia chiaro – incalza Pettinari – non siamo e non saremo mai contro la costruzione di nuovi ospedali, ma questi devono essere un valore aggiunto per i cittadini abruzzesi, non un’occasione di propaganda. E’ evidente che un nuovo ospedale covid dovrebbe essere il tassello di un mosaico che, per rappresentare una sanità funzionante, non può prescindere da un’adeguata forza lavoro, che renda davvero operativa la struttura, e la valorizzazione e revisione della medicina territoriale che rappresenti una rete di assistenza per tutta la regione. Una rete che, in caso di emergenza, potrà beneficiare di un polo regionale come quello di Pescara. Ma per far sì che questo avvenga siamo assolutamente in ritardo. La carenza di personale e i gravi problemi della medicina territoriale sono sotto gli occhi di tutti. I problemi che c’erano ci sono ancora, ed esplodono in questo momento con più forza: distretti sanitari senza adeguata strumentazione, medici generali che non sono messi a sistema con guardie mediche e assistenza sanitaria domiciliare. Tutte funzioni che la medicina territoriale dovrebbe svolgere per evitare che i pazienti arrivino in ospedale. Senza un intervento del genere anche la migliore delle strutture diventa una cattedrale nel deserto.
Tante parole sono state dette, ma di fatti ne abbiamo visti ben pochi. Noi non abbiamo mai fatto sconti a nessuno e mai lo faremo. Non posso, quindi, non evidenziare che questo intervento arriva tardi e, senza adeguato lavoro sul personale che dovrà gestirlo e senza una rete sanitaria che lo renda davvero una soluzione, non potrà mai rappresentare un valore aggiunto per la nostra regione” conclude