Un vademecum rivolto a coloro che, a vario titolo, si prendono cura di gruppi di persone ad elevata fragilità e marginalità socio-sanitaria ai tempi del Covid-19.
Il documento intitolato Indicazioni operative ad interim per la gestione di strutture con persone ad elevata fragilità e marginalità socio-sanitaria nel quadro dell’epidemia di COVID-19 ed elaborato dall’INMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà) – definisce procedure chiare, facilmente applicabili e coerenti con le recenti norme introdotte durante l’emergenza per Covid-19.
“Queste misure – afferma la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa – dimostrano che il nostro Servizio Sanitario Nazionale anche in una situazione emergenziale e in un contesto in continua evoluzione sa prendersi cura dei soggetti più vulnerabili, raggiungendoli in setting particolarmente difficili, che sfuggono a politiche di prevenzione sia per condizioni giuridico-amministrative che per la difficoltà ad essere raggiunte o ad essere prese in carico da parte dei servizi pubblici. Ringrazio anche, per il prezioso lavoro di validazione svolto su questo documento, il Comitato Tecnico Scientifico. Da oggi coloro che si occupano dei soggetti più deboli potranno disporre in maniera uniforme sul territorio nazionale di linee guida precise, fondate su evidenze e buone prassi, dirette a prevenire e a contrastare la diffusione del contagio. La capacità di dare risposta ai bisogni di salute delle persone ad elevata fragilità e marginalità socio-sanitaria – evidenzia l’on. Zampa – rappresenta la sfida principale dei moderni sistemi di welfare”.
“Il documento – sottolinea il direttore Generale dell’INMP, Concetta Mirisola – non si limita a dare delle indicazioni per la prevenzione dell’infezione e la diffusione del contagio, ma ha come fondamento un’attenta valutazione del rischio attribuibile ai diversi contesti in cui queste persone vivono. Si è infatti valorizzata una valutazione di tipo multidimensionale in cui l’organizzazione dei luoghi abitati, la mobilità delle persone tra la struttura in cui vivono e l’ambiente esterno, nonché il profilo di salute/demografico delle persone che li abitano giocano un ruolo chiave nel determinare il rischio specifico di infezione e di malattia.
Le indicazioni operative sono, quindi, calate ad hoc nel contesto del sistema di accoglienza italiano – prosegue Mirisola – fondamentalmente articolato su una prima accoglienza, necessaria a effettuare i primissimi interventi di assistenza materiale e sanitaria dopo lo sbarco o il passaggio attraverso la frontiera terrestre, e su una seconda accoglienza presso i centri appartenenti al sistema SIPROIMI, che prevede sia percorsi duraturi di integrazione gestiti dagli enti locali sia l’accoglienza per i richiedenti asilo nel periodo dell’emergenza Covid-19”.
l’INMP si è avvalso della collaborazione di soggetti istituzionali quali l’ANCI, l’Istituto Superiore di Sanità, il Ministero dell’Interno, e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il Dipartimento delle Politiche Antidroga e il Dipartimento della Protezione Civile.
Il vademecum è già stato diffuso dal Ministero della Salute alle proprie strutture USMAF e agli Assessorati regionali e delle Provincie Autonome. L’INMP ha ricevuto l’incarico di istituire e coordinare un tavolo con gli enti del terzo settore per affrontare alcune tematiche trattate e che richiedono ulteriori specifici approfondimenti.