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Celano, Ranalletta: “È ora di un cambiamento”

Il candidato sindaco ha svelato la lista civica che lo sostiene

“Onestà, trasparenza, legalità ma anche competenza e reale vicinanza alle esigenze di cittadini. Di tutti i cittadini”. Si è presentata ieri sera, in piazza IV Novembre, la lista civica “Per Celano”, a sostegno del candidato sindaco Gesualdo Ranalletta.
Sedici candidati consiglieri dei quali molti giovani e soprattutto nove donne hanno descritto alla città la motivazione che li ha spinti a sostenere una coalizione che punta l’obiettivo del cambiamento e del rinnovamento.

Ranalletta, già consigliere comunale e assessore nell’amministrazione Di Cicco e poi Torrelli, è stato anche assessore alla Comunità Montana. Oggi è un imprenditore a capo di un’azienda leader nel campo delle telecomunicazioni e ha scelto una squadra composta da esponenti di diversi campi della società civile, lontani dalle logiche dei partiti, ognuno di loro portavoce di un settore economico.
Ha introdotto Fabiana D’Andrea che ha sottolineato quanto Celano abbia perso dalla chiusura dello Zuccherificio per anni fonte di ricchezza non solo per la Città ma anche per l’intera Marsica. Marcello Ivone, imprenditore agricolo da 30 anni, ha ribadito come Fucino sia ancora oggi il motore trainante dell’economia locale tanto che da solo rappresenta il 30 per cento del Pil agricolo della Regione.

«A Fucino operano 2mila aziende con 8mila addetti», ha detto, «un indotto importante che però presenta molti problemi che spesso sono stati messi in secondo piano e per questo c’è bisogno di rappresentanti all’interno delle istituzioni». Vincenzo Letta ha riportato la propria esperienza nel mondo del volontariato e dell’associazionismo in generale. Attivo nella Misericordia di Celano dal 1991, ha mosso i primi passi anche nel mondo della protezione civile che lo ha portato nel ’97 tra i soccorritori del terremoto dell’Umbria. Tra i fautori delle Guardie ambientali nate a Scurcola e poi portate a Cerchio e Celano, Letta ha spiegato come i volontari spesso vengano coinvolti solo negli stati di emergenza e di calamità, mancando invece un’attività costante e di prevenzione, in temi come ambiente, randagismo e maltrattamento animali.

L’avvocato Fernanda Luccitti e l’ingegnere Angela Marcanio hanno posto l’attenzione sulla necessità a Celano di una trasparenza di tutti gli atti amministrativi e soprattutto la necessità di andare oltre a progetti che fanno parte dell’ordinaria amministrazione di un Ente pubblico, arrivando a proporre progetti e iniziative di più ampio respiro che possano intercettare e convogliare anche fondi europei. Sulla stessa linea anche la commercialista Monica Pestilli che insieme al collega Gaetano Ricci, dipendente di Banca, già con esperienze politiche pregresse, ha parlato di bilanci e di investimenti che sì ha fatto il Comune di Celano ma che non hanno offerto opportunità ai giovani che sono sempre più costretti a lasciare la propria città mancando politiche della casa che sono quelle che danno possibilità di puntare sul patrimonio immobiliare pubblico.

Ha argomentato di cultura il maestro Guido Tomassetti che paradossalmente ha parlato di mancanza di “Cultura della cultura” nel senso che gli eventi, da quelli più grandi fino a quelli più di nicchia, hanno bisogno di programmazione e soprattutto hanno bisogno di far capo a persone competenti e che quindi abbiano la capacità di interfacciarsi con tutti i protagonisti del mondo culturale.
Claudia Ticino, commerciante del centro della città, si è detta orgogliosa della tradizione politica che si è tramandata nella sua famiglia e ha spiegato di quanto sia stato difficile scegliere di investire per il proprio futuro nella sua città. Cosa che non fanno tanti giovani che dopo il percorso di studi fuori rimangono in altri posti, scoraggiati dalle saracinesche che continuano ad abbassarsi e da attività che continuano a scomparire per via di tasse gravose e mancanza di investimento sul tessuto commerciale.
Più politici gli interventi in chiusura. Calvino Cotturone ha invocato un ritorno alla democrazia, che inglobi le differenze e che le integri e che vada a cancellare il pensiero unico calato e imposto dall’alto. «A Celano c’è bisogno di cambiare il passo rispetto ai metodi poco ortodossi utilizzati per 15 anni dall’amministrazione», ha detto Cotturone, «c’è bisogno di una gestione trasparente che renda chiara l’attività degli amministratori che devono sì dare l’indirizzo politico agli uffici competenti ma che non devono scambiare i diritti dei cittadini come favori personali a questa o a quella persona».
Il candidato sindaco Gesualdo Ranalletta si è concentrato su come la Città abbia perso negli anni la sua centralità nella Marsica, sottolineando come anche tanti visitatori non si fermino mai a Celano che manca di attrattive turistiche che viaggino in sinergia con le risorse naturalistiche e culturali.

Ha puntato sullo stato di abbandono in cui versano determinate zone della città lasciate ancora nel silenzio di ruderi pericolanti e abbandonati. Ma anche su come sul sito del Comune negli ultimi venti giorni, in piena campagna elettorale, siano spuntate selezioni pubbliche o prolungamenti a tempo pieno. «Tutti hanno uguale diritto all’accesso a lavoro», ha incalzato il candidato sindaco, «non è possibile però che ci siano persone che ci accedono per conoscenze mentre tanti altri giovani vengano lasciati fuori perché non vicini al favore politico di quello o quell’altro amministratore».

Ranalletta ha concluso sottolineando i punti essenziali del programma elettorale che puntano quindi alla creazione di una vera e propria città che fondi le basi del proprio sviluppo nei prossimi anni sul turismo, che si lega al recupero di tutto il centro storico. Approfittando oggi come mai dei benefici di natura fiscale e gli incentivi offerti dal Governo in termini di bonus economici come ecobonus e sismabonus.

«I fondi a disposizione, come quelli derivanti dal fotovoltaico», ha chiuso, «vanno gestiti in maniera differente: non vanno distribuiti a pioggia a enti e associazioni varie ma vanno modulati affinché il beneficio vada all’intera collettività tanto da poter arrivate all’abolizione dell’Imu».

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