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“A 1 mese dalla campagna antinfluenzale, mancano migliaia di dosi”

Paolucci è duro sulla questione dei vaccini mancanti in Abruzzo: "Mancano decine di migliaia di dosi e la Regione accumula solo ritardi". L'ex assessore regionale alla Sanità si scaglia contro la Giunta di nuovo. "Latitanza nella programmazione".

“Gravissimo il ritardo del governo regionale a nemmeno un mese dalla partenza della campagna vaccinale per l’influenza. Infatti dopo le procedure d’urgenza messe in campo da Aric e conclusesi il 31 agosto scorso, all’Abruzzo mancano ancora all’appello decine di migliaia di dosi di vaccino, nonostante l’importanza di una campagna capillare e anticipata a causa del Covid. Davvero inaccettabile e imbarazzante il ritardo con cui il centrodestra si è mosso su un problema essenziale e noto da tempo”, rileva il capogruppo PD in Consiglio Regionale Silvio Paolucci che ha presentato un’interpellanza per sapere quali attività la Regione intende mettere in campo per recuperare tempi e dosi.

“Dagli atti risulta che solo il 25 giugno le Asl hanno comunicato i fabbisogni, quando è solitamente la Regione che coordina le Asl su aspetti così importanti. Tardiva anche la delibera di giunta n. 394 che fissa al 1° ottobre l’avvio della campagna vaccinale e che porta la data del 14 luglio, quindi è arrivata 20 giorni dopo la trasmissione dei fabbisogni da parte delle Asl e addirittura la stessa è stata trasmessa solo il 22 luglio, con comodo”.

“Non potevano che andare deserte le rispettive gare per approvvigionarsi, visto tanto ritardo – spiega l’ex assessore alla Sanità Paolucci – L’ultima, in agosto, a cui l’Aric ha messo una toppa attraverso la contrattazione privata di una parte dei vaccini mancanti. Resta però un buco di decine di migliaia di dosi, peraltro definite rispetto al fabbisogno della campagna del 2019, quando il Covid non c’era, quindi sottostimate. Insomma solo a settembre la Regione realizza che sarà necessario un potenziamento della campagna vaccinale 2020-2021, per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra Covid-19 e influenza, nonché per ridurre gli accessi al Pronto Soccorso. Questo mentre altre Regioni hanno investito maggiori risorse per una campagna vaccinale più incisiva, capace di evitare il sovraffollamento dei presidi ospedalieri e conseguenti ritardi nei tempi di individuazione del virus e tracciamento dei contatti del positivo”.

“Una vera latitanza nella programmazione, scritta nero su bianco nelle carte di cui abbiamo avuto cognizione dopo l’accesso agli atti richiesto per capire le responsabilità e motivazioni di tanto ritardo, che continua ad essere tale, perché nonostante la nostra mobilitazione, la gestione della campagna vaccinale risulta ancora approssimativa e carente. Latitanza rimarcata anche dal fatto che la Regione Abruzzo ha chiesto un numero di dosi pari a quello di anni precedenti alla manifestazione del Covid, al contrario delle altre Regioni e anche su questo chiediamo chiarezza. Tale situazione ci convince ancora di più dell’assenza di interesse di questa Giunta sui problemi reali della comunità, concentrata com’è solo sulla propaganda. Li abbiamo visti lesti a sfilare con il Napoli a Castel di Sangro, parlando di un’operazione di marketing territoriale eccezionale, che ad oggi non ci risulta; per di più anche incardinata su una delibera di Giunta illegittima, perché sottrae oltre 1 milione (che potrebbero diventare quasi 7!) ai fondi per il microcredito destinato alle piccole e medie imprese che l’esecutivo non utilizza per fare i bandi; nata, infine, senza sentire l’autorità di gestione e senza una legge del Consiglio Regionale, ancora una volta esautorato dalle sue funzioni, proprio come sta accadendo con la programmazione sanitaria e ospedaliera. Un’approssimazione che non possono pagare gli abruzzesi. Sulla salute serve programmazione seria, perché si tratta di un diritto essenziale”, così conclude il consigliere regionale.

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