Un pomeriggio particolare ha vissuto Ettore Venditti, il giorno 6 agosto scorso, intorno alle ore 17,30, nella sua tenuta di montagna a Collelongo, in località Amplero. Qui l’uomo trascorre molto tempo, praticando lavori di diverso genere ma, sabato scorso, la solita routine è stata sconvolta da un visitatore diverso dal solito, un orso.
L’uomo, contattato telefonicamente, ha raccontato alla Redazione che, mentre produceva il formaggio dentro il casale della sua tenuta, ha sentito il suo pastore abruzzese abbaiare in modo più aggressivo del solito. A quel punto, ha deciso di uscire fuori per vedere cosa stava succedendo e, avvicinandosi alle pecore – che quando non sono al pascolo, tiene in giro per la sua tenuta – ha visto un animale che’ apparentemente’ sembrava un cinghiale. Avvicinandosi di più, Ettore si è accorto che il cinghiale, in realtà, era un bell’orso di due metri di altezza, che mangiava tranquillo le sue carote, ad un metro di distanza dalla stalla.
Quando all’uomo è stato chiesto se ha avuto paura in quel frangente, dato che il grosso animale è riuscito tranquillamente a scavalcare la recinsione della tenuta, ha risposto: «ero tranquillo perché l’orso era palesemente occupato, non si curava affatto di me, e poi c’era anche il cane che, abbaiando, lo teneva a bada». Poco dopo, comunque, Ettore ha chiamato il figlio e le guardie del Parco che hanno provveduto a risolvere la situazione, allontanando l’orso e facendo la guardia alla proprietà fino a mezzanotte.
Ettore ha raccontato alla redazione che l’orso è tornato a trovarlo per ben tre volte, evidentemente attratto dalle sue carote; forse, poi, ha smesso di andare a fare visita ad Ettore una volta mangiatele tutte. L’uomo di Collelongo ci ha spiegato che ora sta provvedendo alla costruzione di una recinsione elettrica per proteggere tutti i suoi animali, in quanto gli è capitato spesso di vedere orsi in primavera ad Amplero, ma mai cosi da vicino. Una bella esperienza da raccontare, quindi, quella di Ettore Venditti, fortunatamente finita nel migliore dei modi.
Foto: di Antonio Oddi