«Oggi ricorre il secondo anniversario di quel doloroso 24 agosto 2016, quando un terribile terremoto colpì un’ampia fascia appenninica dell’Italia centrale portando con sé lutti e distruzione e la memoria non può non andare, innanzitutto, a chi non c’è più e a chi ha perduto tutto, dai propri cari ai propri beni. E non possiamo non evidenziare i ritardi della ricostruzione e le difficoltà dei tecnici, geologi ma non solo, a operare secondo procedure che anziché snellire e semplificare sono elefantiache e burocratizzate al massimo, come già tante volte segnalato insieme alle altre professioni che aderiscono alla Rete delle Professioni Tecniche».
Queste le parole del Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Francesco Peduto, due anni dopo il sisma che ha distrutto il centro Italia. «In questi due anni – continua il Presidente CNG – altri tragici eventi calamitosi si sono susseguiti (per restare solo agli ultimi giorni il viadotto Morandi a Genova, il terremoto del Molise, la piena del torrente Raganello in Calabria) e ogni volta si invocano piani straordinari di prevenzione e/o di messa in sicurezza e di manutenzione, che poi puntualmente cadono nel dimenticatoio non appena scema l’attenzione mediatica. Ma, ancora una volta, non possiamo non invocare la necessita’ di una scelta innanzitutto culturale di imboccare con decisione la strada della prevenzione civile per l’attuazione di azioni e interventi sistematici per la salvaguardia di persone e cose, non più procrastinabili in un Paese come l’Italia, geologicamente giovane, di frontiera e per questo soggetto di continuo a tutti i georischi».
Fonte: Asipress
Foto di: MeteoWeb