Non esiste una ricetta perfetta per l’amore, così come non esiste una ricetta perfetta per fare e diffondere del bene.
A Morino, ieri sera, è arrivata dopo tante peripezie una famiglia ucraina, composta da mamma (21 anni), papà (25 anni) e bimbo piccolo di appena un anno. Una storia tra mille e più storie, è vero, che, all’inizio, sembra quasi uguale a tutte le altre, drammaticamente e struggentemente: la guerra, la disperazione, la resilienza, il conflitto, la voglia di pace e di tranquillità. La capacità di salvarsi e di ricominciare altrove.
Loro, giunti a Morino grazie al contatto di un loro parente ucraino alla lontana residente ad Avezzano, hanno trovato il cuore enorme della comunità locale che li ha praticamente adottati: per un periodo inziale, verranno sostenuti nelle loro spese con una “tassa del cuore”, chiamiamola così, decisa dal paese stesso.
20 euro a famiglia, a Morino, per permettere a questo nucleo che viene dalle bombe di trovare qui una seconda casa.
La famiglia, di fatti, si è stabilita a Grancia, frazione di Morino, ed ha intenzione di restare a vivere nella Marsica e di poter trovare presto anche una sicurezza lavorativa. Un’alba nuova per una vita nuova, grazie alla gente del posto, vicina di casa e di anima.