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A novembre il Bando che finanzia gli eventi culturali in Regione: l’Abruzzo come sta messo a cultura?

La cultura si lecca i baffi troppo spesso per i motivi di pochi e troppo poco per i motivi di molti. Eppure, fra i link che la Regione Abruzzo propone all’attenzione dell’utente del giorno, figura anche quello relativo alla pubblicazione del Bando per il finanziamento di attività culturali ed eventi o manifestazioni di grande o minor caratura artistica. La Giunta d’Abruzzo, cioè, come previsto dalla legge regionale numero 55, risalente al 2013 , anche per quest’anno, ha emanato un bando per la concessione di contributi diretti ad iniziative che troveranno la loro concretizzazione culturale, appunto, nella coda dell’anno del 2016. Un lancio di risorse, questo, che non dovrebbe passare inosservato.

 

Il bando, pubblicato il giorno 4 novembre e scaduto solo da qualche giornata, mira, specificatamente, a finanziare eventi realizzati o da realizzare dal 1 gennaio fino al 31 dicembre 2016, che abbiano carattere culturale, artistico o scientifico. Una misura, questa, in realtà, che suole essere definita e chiamata di routine, proprio perché capita annualmente con il presupposto di abbattere le difficoltà economiche per permettere, a chi vuole, di fare cultura bene e proficuamente. Fino ad un massimo di 5 mila euro è la cifra che permette la finalizzazione e la realizzazione di eventi di ‘piccolo tono’, come giornate di studi o seminari. «Invece, – avverte il consigliere regionale Maurizio Di Nicola – l’importo sarà conteggiato fino ad un massimo di 25mila euro, per la concretizzazione di grandi eventi come, ad esempio, la Giostra Cavalleresca. Il contributo che viene erogato, inoltre, è da considerare sempre una quota parte dell’intero preventivo o rendiconto di spesa della manifestazione in questione».

 

Due sono, poi, le facce di questo Giano bifronte culturale e politico, leva e ponte levatoio di un Abruzzo che crede ancora in sé sesso e nella propria tradizione millenaria. La Giunta, dal canto suo, infatti, emana il bando a fine anno ‘vecchio’, mentre, il Consiglio regionale ad inizio anno nuovo, con una formula similare, in modo da coprire tutti gli eventi dispiegati nel corso dei 365 giorni», aggiunge Di Nicola. «Sono due, in realtà, infatti, – specifica Di Nicola – i bandi che la Regione Abruzzo, nella sua duplice forma istituzionale di Giunta e Consiglio, ‘produce’ nel corso dell’anno per permettere ad enti e ad associazioni, ma anche a semplici cittadini, di poter sfruttare a modo il retaggio culturale della propria Regione, creando qualcosa di originale che ne simbolizzi e ne renda eterno il senso. Si tratta – continua il presidente della Commissione Bilancio d’Abruzzo – di una delle misure che annualmente vengono attivate, assieme, quindi, al bando del Consiglio regionale quasi similare, per accrescere manifestazioni culturali in senso lato. Non vengono annoverate in esse, ovviamente, tutte le manifestazioni sociali e sportive, le quali posseggono, invece, altri canali di finanziamento. Possono partecipare soggetti senza scopo di lucro, enti pubblici o privati, università, istituti scolastici, fondazioni, associazioni riconosciute e non, comitati (Art. 39 del Codice Civile) e cooperative iscritte all’anagrafe delle ONLUS».

 

Ed allora perché si dice che si fa tanta fatica per fare della buona cultura in Abruzzo? «Nel prossimo Consiglio di martedì, ad esempio, – risponde Di Nicola – si discuterà un’iniziativa legislativa, che è una variazione di bilancio, contenente altre risorse per la cultura, che potrebbero andare ad integrare questa legge o ad affidare anche dei contributi individuali alle manifestazioni di maggior prestigio. Ciò che è cambiato negli ultimi anni – continua – è la modalità di elargire contributi per iniziative culturali, la quale è stata assoggettata alle norme europee, che stabiliscono che il mercato della cultura è pur sempre un mercato come gli altri, quindi competitivo, anche se con delle caratteristiche peculiari.  Sotto il giogo della concorrenza, quindi, non si può procedere più alla concessione di contributi in ragione di un mero indirizzo politico, ossia in base al semplice fatto che la componente politica dell’Amministrazione regionale ritiene di dar forza, economicamente parlando, ad una certa manifestazione poiché più rappresentativa del tessuto territoriale regionale. Da qualche anno a questa parte, infatti, questa attività non può più essere svolta in questo modo poiché la Comunità Europea ci ‘insegna’ che, anche sul fronte cultura, deve valere l’etica della concorrenza». Per l’elargizione dei contributi economici dal punto di vista culturale, quindi, Ue docet. Ossia, il ‘do’ puro e schietto, relativo ad eventi di un certo calibro, dovrà essere necessariamente accompagnato da un ‘mereo’, ossia da un ‘io merito’.

 

Per questo, quindi, negli ultimi anni, si utilizza solo ed esclusivamente la logica del bando, ponendo uno stanziamento in denaro iniziale e pubblicando un avviso pubblico che dà l’opportunità a tutti di poter partecipare. Alla fine dei giochi, sarà la sola ed unica graduatoria, provvista di determinati paramenti e misure, a decidere chi è stato finanziato e chi no. «Così facendo, il contributo che l’Amministrazione pubblica e, quindi, la Regione dà, in questo momento storico, a manifestazioni culturali diventa un contributo legittimo e lecito. Dare denari in maniera libera a soggetti che si pensa siano rappresentativi del territorio, ora non può più accadere, perché è letteralmente mutato questo meccanismo giuridico che ci impedisce, quindi, di destinare risorse direttamente agli eventi», dice Di Nicola. Ma i bandi sono sufficienti o no a fronde della domanda? «No, – risponde – ma non a causa di una colpa intrinseca della Regione Abruzzo, bensì perché, almeno in Abruzzo, a ragione di un robusto patrimonio di associazioni culturali e in un momento di ristrettezze economiche, la Regione non riesce a dare ragione a tutti, per una situazione di bilancio particolare e difficile. Questo è, da un lato, un male, poiché chi non riuscirà ad avere questo tipo di sostegno, non potrà, magari, più proseguire nelle stesse iniziative di prima. Dall’altro lato, però, questa modalità potrà essere anche un bene, in quanto si riuscirà, in questo modo, a strutturare manifestazioni più cospicue e meglio organizzate, quindi, sotto tanti punti di vista, migliori». La ricerca di finanziamenti pubblici, perciò, potrebbe rendere più forti le associazioni del territorio, in ragione della crisi.

 

Uscita dal Commissariamento governativo della sanità, prima Regione in Italia, inoltre, l’Abruzzo potrebbe distogliere, anche se solo per un momento, lo sguardo dalla salute pubblica che vorrebbe tornare, finalmente, a camminare da sola, per prestare, quindi, maggior attenzione ad altri settori della società. «Abruzzo Open Day, ad esempio, – avverte Di Nicola – ossia quel campione di eventi territoriale che si ripeterà semestralmente e che attinge a fondi esclusivamente europei, è stato anche un bacino di risorse aggiuntive che è andato a colmare quel gap di risorse pro cultura, che v’è stato negli ultimi anni. Se un evento ci sarà, quindi, dipenderà, in primo luogo, dai propri requisiti; in un certo senso, perciò, ci si affida, per la programmazione individuale, ad una somma che, forse, non arriverà». Il Bando premia e gambizza allo tesso tempo. «Sarebbe molto più giusto che i bandi si facessero l’anno prima per l’anno dopo, – aggiunge il consigliere – cosicché chiunque abbia tutto il tempo per correggere il tiro della propria manifestazione. Il dinamismo culturale in Abruzzo c’è – conclude Di Nicola – probabilmente, esiste una scarsa conoscenza da parte di tutti di questi bandi. Molti ignorano, infatti, le finestre temporali attive, per presentare la domanda. La Regione, dal canto suo, pubblicizza i bandi tramite l’albo pretorio on-line e su Amministrazione trasparente, in gemellaggio con i propri comunicati stampa; ma, nello specifico, queste iniziative dovrebbero essere appannaggio anche della stampa locale, la quale dovrebbe ribattere queste notizie in maniera più diffusa possibile. Quando sapremo agire bene in termini di comunicazione e di informazione, ossia quando verrà percorso magistralmente questo pezzetto di strada che avvicina i destinatari dei bandi alle occasioni contenute nei bandi, solo allora sarà più facile fare la disamina di quante associazioni ci sono e se sono, o no, reattive in Abruzzo». Funambolica e mai soggetta a vincoli, quindi, la cultura  di adesso incomincia a fare ordine in sé stessa. Munita di agenda e taccuino alla mano, schedula le varie opportunità e le soppesa, alla pari del miglior Segretario di Stato. Fortunatamente colto.

Foto di: Wind Business Factor

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