Il Tar del Lazio, nell’ordinanza con cui oggi ha confermato la sospensiva alla revoca anticipata della concessione delle autostrade A24 e A25 decretata dal Consiglio dei Ministri, non ha solo ricordato gli inadempimenti di Strada dei Parchi spa, ma anche le condotte dell’amministrazione statale.
In particolare la mancata approvazione del Piano economico finanziario (Pef) dal 2014 che avrebbe attivato il mega progetto di messa in sicurezza antisismica prevista nella legge di stabilità del 2012, dopo il terremoto dell’Aquila del 2009, e i mancati adeguamenti dei canoni concessori.
I giudici “rilevano non soltanto i contestati inadempimenti della concessionaria (per come posti in luce dall’Autorità ministeriale), ma anche le condotte osservate dall’Amministrazione concedente, segnatamente con riferimento alla mancata approvazione del PEF, nonché ai ripetuti mancati adeguamenti del canone concessorio”.
Negli atti presentati dallo Stato – scrivono ancora i giudici nell’ordinanza – si parla di “inadempimento del Concessionario agli obblighi di manutenzione, di controllo tecnico dell’efficienza e degli altri obblighi previsti a carico del Concessionario”, in ragione di un rilevato “diffuso stato di ammaloramento delle infrastrutture, oggetto di reiterate contestazioni”, tale da dimostrare “la gravità e non rimediabilità dell’inadempimento“.