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Abiti falsi e luci non sicure: maxi sequestro in Abruzzo

A finire nei guai stavolta un rivenditore e due grossisti di etnia cinese

Copie false di noti marchi, loghi imitati ed etichette con omesse avvertenze all’uso. All’indomani della presentazione a Roma del calendario storico 2023 della Guardia di Finanza, interamente dedicato alla tutela dei consumatori contro la contraffazione e la falsificazione dei prodotti, le Fiamme Gialle pescaresi sferrano un triplo colpo contro la filiera del falso di importazione estera.

A finire nei guai stavolta un rivenditore e due grossisti di etnia cinese attivi sul territorio nazionale, con ampi depositi e magazzini destinati allo stoccaggio o all’esposizione per il commercio e la vendita di articoli di vario genere, definitivamente ritirati dal mercato. Sono stati sequestrati, infatti, centinaia tra capi d’abbigliamento, smartwatch, tablet, cuffie bluetooth, decoder e led natalizi falsi e non sicuri. L’indagine, effettuata nell’ambito del piano d’azione “STOP FAKE”, ha preso spunto dai controlli economici del territorio, condotti dalle pattuglie del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e dai “baschi verdi” del Gruppo di Pescara.

Le investigazioni hanno portato, inizialmente, alla scoperta di uno degli empori del falso, operante sul mercato dell’entroterra pescarese dal 2018. A gestirlo, una cinquantenne cinese impegnata nella vendita di vestiti di una nota griffe internazionale. I militari, insospettiti dai prezzi stracciati al banco, hanno svolto, anche con l’ausilio di periti del marchio, un’analisi di fino della merce, che ha permesso di scoprire l’inautenticità dei capi esposti, e non solo.

Infatti, un esame approfondito della rendicontazione contabile dell’esercizio commerciale, ha acceso i riflettori su altri hot-spot della rete nazionale di approvvigionamento di merce falsa e non sicura, presumibilmente di importazione cinese.

In particolare: un centro di stoccaggio per grossisti a Civitanova Marche, usato come rimessa di prodotti elettronici privi di istruzioni in lingua italiana, nonché di avvertenze sui limiti della tensione elettrica per il loro corretto utilizzo, e un’altra attività commerciale dell’area del pescarese, utilizzata per piazzare articoli digitali e luci natalizie senza marchio.

I soggetti cinesi, trasgressori già noti al fisco per inadempimenti tributari, sono stati denunciati a piede libero all’A.G. locale per contraffazione e ricettazione, illeciti che provocano un danno cospicuo per l’economia nazionale, con cifre che si aggirano intorno ai 42 miliardi di euro.

“La tutela del consumatore contro gli incauti acquisti è fondamentale” afferma il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Pescara, Colonnello Antonio Caputo, che aggiunge: “Ci sono alcuni indizi tipici di potenziali truffe, campanelli d’allarme cui prestare molta attenzione: prezzi troppo bassi nei negozi fisici o in rete, dove si possono trovare anche pagine tradotte male in italiano o sedi dell’azienda non identificabili o numeri di telefono inesistenti. In ogni caso, per fugare qualsiasi dubbio, è importante contattare il 117, il numero di pubblica utilità della Guardia di Finanza sempre a disposizione dei cittadini”.

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