Abruzzo al centro, il laboratorio politico all’insegna della difesa dei territori e delle autonomie locali ispirato da Gianni Di Pangrazio, entra decisamente nell’agorà della politica regionale, in prospettiva larga, aprendo la sede e dando il via alle adesioni. Obiettivo: dare voce e forza ai cittadini delusi dai partiti tradizionali che si affidano sempre più alle liste civiche presenti sulla scena politica locale e nazionale o si rifugiano nell’astensionismo. “Il dato incontrovertibile, confermato in questa tornata elettorale”, afferma Di Pangrazio, “è che l’appeal dei partiti, sempre più autoreferenziali e perlopiù scollegati dalle reali questioni territoriali, è in caduta libera, mentre le liste civiche sono in costante crescita. Il boom del civismo non è certo un caso, ma il risultato dell’arroccamento dei partiti, dove c’è spazio solo per i fedelissimi, privi di qualsiasi interlocuzione nei territori”.
Con questo quadro, infatti, frutto avvelenato di scelte verticistiche, non resta che ripartire dal basso attraverso un lavoro comune, un gioco di squadra senza bandierine partitiche, mettendo al centro i territori per tutelare e potenziare i servizi essenziali e ridare una prospettiva vera di rilancio. Abruzzo al centro, quindi, inizia a tessere la tela con il gruppo di lavoro formato da Sandro Stirpe, Mafalda Di Berardino, Carmelo Occhiuto, Sergio Di Cintio, Adele Fiaschetti, Carlo Genovesi, Roberto Laurenzi, Pierluigi Panunzi e Augusto D’Amico, con l’obiettivo di riportare nell’agenda della politica regionale e nazionale la partecipazione vera del popolo, stanco delle “solite alchimie di palazzo”, dove la muta protesta dei cittadini certificata dalla diserzione al voto, tiene banco giusto per qualche battuta post elettorale a bocce calde. Aperta la sede in via Iatosti n. 8, a due passi dal Municipio, il movimento civico dà il via alla campagna di adesioni e all’azione politica per stringere alleanze con altri movimenti civici e dar vita a un coordinamento regionale nel nome dell’Abruzzo “terra futura”: le iscrizioni, valide per l’anno 2022, si chiuderanno alla fine dell’anno, per poi passare all’elezione del coordinamento.
L’obiettivo finale del movimento civico, comunque, non è quello di affossare definitivamente i partiti, “fonte unica di democrazia, ma spingerli a cambiare rotta. La scelta di personaggi in cerca d’autore nominati dall’alto”, sottolineano, “sta sprofondando la politica sempre più in basso: la rigenerazione, con il conseguente recupero di credibilità dei partiti, passa attraverso la legittimazione nei territori”. In quest’ottica Abruzzo al centro “boccia” la legge elettorale che mette nelle mani dei leader la scelta di chi portare in Parlamento attraverso l’ordine di presentazione dei candidati: un modello al “limite della democrazia rappresentativa”, poiché sottrae ai cittadini il sacrosanto diritto di “scegliere. Per dare il senso dell’assurdità del sistema”, concludono, “basta fare un piccolo esempio: per diventare consigliere comunale del paese più piccolo d’Italia occorre ottenere delle preferenze personali, per approdare sulla poltrona di parlamentare no: qui si arriva per grazia ricevuta, con buona pace della volontà popolare”.