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Abruzzo sul grande schermo …e da Premio Oscar: trionfano Barillaro e Capatonda

Il Made in Italy continua a dettare legge e lo fa, inaspettatamente, conquistando la statuetta dorata più ambita dagli artisti del grande schermo. Tra i velluti rossi delle poltrone, l’oro degli archi e il luccichio delle stoffe preziose, i migliori attori e registi americani si sono ritrovati in un Dolby Theatre gremito, sotto le stelle del cielo di Los Angeles. Tra di essi un nome probabilmente sconosciuto ai più, quello di Alan Barillaro, vincitore dell’Oscar per il miglior cartoon, Piper. Un cuore italiano, per la precisione abruzzese a metà, ha conquistato non solo l’Academy, che ha scelto di assegnargli la massima onorificenza registica, ma un paese intero, l’America, incantata dalla storia a colori di un tenero uccellino.

Alan Barillaro è un regista, animatore e sceneggiatore canadese, nelle sue vene però scorre sangue italiano. Di padre calabrese e madre abruzzese, traferitosi in America quando era ancora un bambino, ha trovato il suo habitat ideale nel mondo dell’animazione, divenendo nel 1997 supervisore delle creazioni firmate Pixar, casa di produzione cinematografica. Ricca di titoli famosi e importanti la sua carriera precedente a Piper: Gli Incredibili, Alla ricerca di Nemo e Monster&Co. sono solo alcuni dei cartoni che hanno regalato grosse risate e viaggi fantastici ai piccoli di tutto il mondo.

Un successo in crescendo, il suo, che ha ricevuto la sua consacrazione ufficiale il 28 febbraio 2017, nel teatro dei sogni, davanti agli occhi di un mondo ammirato, che porta ancora nel cuore «l’immagine di un piccolo uccellino, impegnato ad imparare a procacciarsi il cibo da solo» (m.sky.it). Non un vero e proprio cartone, ma un cortometraggio che «accompagna l’ultimo successo della Pixar, ‘Alla ricerca di Dory’» (m.sky.it). Sono bastati sei minuti ad Alan Barillaro per dar vita ad un nuovo piccolo grande eroe, in un lavoro che, al di là della storia raccontata, particolarmente commovente, ha colpito anche per l’effetto di profondità del dettaglio visivo «senza precedenti nella storia della Pixar» (m.sky.it).

Così un talento figlio d’Abruzzo è riuscito a salire le scale del Palco del Dolby Theatre, alzando al cielo un Oscar forse, prima d’allora, soltanto immaginato nei suoi sogni più remoti. Un orgoglio, per metà italiano e per l’altra metà canadese, che anche l’Abruzzo può vantare. La Regione del Gran Sasso, del resto, ha spesso sfornato talenti importanti e particolarmente validi, soprattutto nell’ambito letterario. Recentemente, però, è proprio il cinema il campo professionale in cui si sta contraddistinguendo l’arte abruzzese. L’altro nome che sta portando agli onori della cronaca la sua terra è quello di un personaggio assoluto, apprezzato per la pungente comicità, Maccio Capatonda.

L’attore e regista è nato, infatti, nella città marittima di Vasto. All’anagrafe Marcello Macchia, è cresciuto a Chieti e si è dato il nome d’arte di Maccio Capatonda. Prima di dedicarsi alla regia, è arrivato alla celebrità partecipando ai programmi televisivi ‘Mai dire lunedì’ e ‘Mai dire martedì’. Attualmente sul grande schermo con la commedia dal titolo ‘ Omicidio all’italiana’, sta sbancando il botteghino, ottenendo, inoltre, pareri positivi dalla critica. «A metà strada tra esasperato surrealismo e anarchico dadaismo, Omicidio all’italiana molla ogni ormeggio di verisimiglianza per abbondonarsi totalmente dentro ad una voragine comica senza fine» (Il Fatto Quotidiano).

Successo e onori, dunque, per alcuni figli d’Abruzzo, che rendono sempre più internazionale il nome di uno spicchio d’Italia, recentemente ferito dai violenti capricci della natura. Chissà che non sia stata proprio l’origine comune, quel piglio testardo, quella simpatica spavalderia, quella innata creatività, che caratterizzano gli abruzzesi, ad aiutare questi talenti a firmare successi nazionali e mondiali. La speranza, comunque, è che la celebrità, guadagnata e conquistata, possa anche divenire un concreto aiuto, a sostegno di una terra troppo spesso martoriata, ma che non passerà mai di moda.

 

 

Foto di: Huffington Post Canada, Casting Aperti

 

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