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Accusato di ricettazione e di aver pagato con un assegno rubato: noto imprenditore di Avezzano viene assolto

Era stato accusato di aver pagato una commissione con un assegno rubato. Oggi, invece, è arrivata nelle stanze del Foro di Giustizia avezzanese l’assoluzione per un noto imprenditore della città di Avezzano. L’uomo è stato assolto, cioè, dall’accusa di ricettazione. Dal giudice del Tribunale di Avezzano, rappresentato in questa circostanza dal dottor Marco Sgattoni, un noto imprenditore avezzanese di 64 anni è stato assolto in primo grado.

Secondo le trame dell’accusa, l’uomo, titolare di una ditta edile di Avezzano, aveva pagato un proprio fornitore con un assegno rubato. Il fornitore, infatti, all’epoca dell’accadimento della questione, consegnò subito l’assegno – ammontante a 10.000 euro netti – all’incasso. L’assegno, però, alla fine, risultò subito essere scoperto. Le successive indagini svolte dai Carabinieri di Roma hanno poi permesso di appurare che il titolo era stato rubato ad una donna poco tempo prima, in un Centro Commerciale della Capitale.

Qualche giorno prima degli eventi accaduti nella Marsica, precisamente nell’anno 2012, infatti, una donna di 70 anni, originaria di Treviso, ma da anni residente a Roma, aveva denunciato il furto della sua borsa. Al suo interno, vi erano oggetti personali, un portafogli ed anche un carnet di assegni.

In foto: l'avvocato Mario Del Pretaro
In foto: l’avvocato Mario Del Pretaro

Secondo l’accusa, l’imprenditore in questione (imputato) si sarebbe impossessato di un assegno riconducibile proprio al carnet rubato nel Centro Commerciale della Capitale, avendolo poi utilizzato, sempre secondo l’accusa, per pagare il fornitore al quale doveva dei soldi. La difesa, rappresentata dall’avvocato Mario Del Pretaro, ha dimostrato, però, che il titolo non risultava consegnato al fornitore dall’imputato stesso o da un’altra persona della ditta edile. L’assegno, infatti, risultava incassato dal fornitore come pagamento di un acquisto effettuato dalla ditta dell’imputato, ma nessun elemento ha dimostrato con certezza che esso fosse stato consegnato dall’imputato stesso in persona.

Il giudice di Avezzano, a questo punto, accogliendo la tesi della difesa, ha assolto l’imprenditore di Avezzano, poiché, secondo il giudizio di primo grado, non è stata raggiunta la prova che egli abbia commesso effettivamente il fatto per il quale era stato accusato. L’accusa è stata sostenuta dal PM Roberto Savelli.

Foto di: www.tribunaleavezzano.it

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