Vi è mai capitato, prima d’ora, d’incontrare l’Abruzzo, per caso, all’estremità di una forchetta o sul fondo della busta della spesa? «In un paese che vive di turismo come Ovindoli, non esisteva, fino ad oggi, uno store che pubblicizzasse Ovindoli stesso e tutto l’Altopiano delle Rocche. Assurdo, pensai. Assurdo perché qui da noi, dove il legno è ancora legno e dove il vino fa ancora ubriacare la genuinità più umana, L’Abruzzo ha bisogno di vendersi e di offrirsi». Tanto quell’Abruzzo che riesce ad entrare nella conca di un cucchiaio, quanto quell’Abruzzo che si riesce a spalmare sullo sfondo del Gran Sasso. Guido e la sua compagna d’amore e d’avventure, quale Roberta Sarrocco, ovindolese adottata da Roma, quell’Abruzzo là, lo hanno incontrato in un locale, per caso, che oggi è divenuto la loro ‘Casa & Bottega’, uno store dell’Abruzzo sull’Abruzzo. «Dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio ed aver lavorato per molto tempo nel mondo delle assicurazioni, ho deciso – spiega Guido – di andare avanti con il pensiero, stroncando i tristi modi di dire sull’Abruzzo ed i suoi luoghi comuni. Ora, mi guadagno da vivere come maestro di sci e mi sono reinventato grazie ad un negozio che vende prodotti tipici, bio e a km 0. Sto rischiando? No, semplicemente voglio restare dove sono nato e dove sono cresciuto, facendo imprenditoria. Se dovessi raccontare la mia ‘Casa & Bottega’, direi sicuramente che qui ci abita la gioventù della Regione che non ha ancora lasciato marcire sotto la scure del tempo, quella sapienza contadina di tanti secoli fa. Tanti agricoltori ed artigiani, infatti, sono i nostri principali clienti e di nostri primi fornitori. Qui, l’Abruzzo incontra finalmente sé stesso».
Roberta abitava a Roma, ma, per la rosa rossa dell’amore, decise, tempo fa, di trasferirsi ad Ovindoli, laddove sorge adesso, nel borgo storico, questo simpatico negozietto d’altri tempi. «La scelta di optare per una casa e per una bottega fra le montagne d’Abruzzo, le è – racconta Guido – sicuramente derivata dall’affetto. Siamo giovani anomali, abbiamo capovolto l’idea della fuga dai paesi, tentando di apparecchiare, nel paese stesso, un qualcosa di diverso, uno store che parlasse d’Abruzzo e che fosse rivolto in prima persona agli abitanti del luogo e, poi, ai turisti fuoriporta». La particolarità, come si evince dalla foto, della botte contenente vino sfuso, sicuramente, ricalca le radici di epoche paesane passate. Dai rubinetti, sgorga vino e la mescita avviene come tanto tempo fa: «questo è un servizio che sull’Altopiano delle Rocche mancava», afferma Guido Collacciani.
L’apertura effettiva del piccolo emporio abruzzo-centrico c’è stata qualche tempo fa, il 27 ottobre scorso. «Io e la mia ragazza abbiamo deciso di prendere spunto dall’idea del Liquorificio d’Abruzzo, di cui io rimango amministratore, gettandoci a capofitto in quest’altra avventura dello store dei prodotti tipici particolari. Tutto ciò che vi è al suo interno, fa il paio con il gusto di nicchia». Dalle ore 10 del mattino, fino all’una di pranzo e dalle ore 16 del pomeriggio sino alle ore 20, tra le mura di ‘Casa & Bottega’, le ceramiche di Castelli fanno compagnia ai cestini per il pane artigianali. L’artigianato locale, infatti, qui si reinventa e si mette in vendita con l’enogastronomia abruzzese più vera, la quale, a sua volta, cerca di fare terno con l’ospitalità del posto stesso. «Assurdo doverlo dire ma, qui, ad Ovindoli, non esistevano nemmeno magneti e calamite con il suo nome impresso che ricordassero questo posto incantevole, nonostante si tratti, a tutti gli effetti, di un luogo frequentato da turisti: per questo, abbiamo dato credito anche a questa idea dei souvenir. Il business turistico, a nostro avviso, dovrebbe far parte dell’Altopiano delle Rocche, in quanto vive anche di turismo. Erroneamente, questi piccoli oggetti-ricordo si definiscono souvenir, ma, in realtà, sono solo dei bisbigli di luoghi da favola, che narrano di tante piccole leggende, scavate nella roccia del tempo». Da Vasto a Teramo, da Castel Di Sangro a Roseto: l’Abruzzo rivive in questo mercatino tenero degli antichi sapori. «Sul versante dell’enogastronomia, commercializziamo, in primis, – afferma ancora Guido – i prodotti del Parco Sirente-Velino, e quindi tartufi, farine, miele, liquori, farro, peperoncini, sottoli e pasta. Sughi di lepre e paté di cinghiale, invece, vengono esposti assieme alle confetture di more e mele cotogne, ai succhi di frutta ed alle conserve più tipiche, rigorosamente tutti biologici. Lo scopo è quello di creare un ‘traffico’ genuino nello store e nell’Abruzzo interno». I due giovani, quindi, hanno reinventato a modo loro il passato per altri giovani: ecco il punto. «Abbiamo deciso anche – affermano – di sfatare il mito che lo zafferano sia solo un’eredità di Navelli: noi, di fatti, vendiamo quello oriundo di Collelongo, conoscendo il ragazzo di Cerchio che lo coltiva e che si è messo in gioco con l’agricoltura». In ‘Casa & Bottega’, tante start up del gusto storico dell’Abruzzo, infatti, trovano una dimora. «Abbiamo scelto di dare una ‘vetrina’ anche ad una piccola azienda dell’Aquila, che fa impresa da poco, di nome ‘Liquor’, fatta su misura da giovani speranzosi. Essa vende gocce di zafferano e creme spalmabili ed è nata da testardi di giovane età. Ecco, forse, ciò che più ci rappresenta è proprio il concetto del coraggio di non voler veder cambiare tante nostre usanze abruzzesi: i produttori sono gli artigiani del territorio».
«Noi – conclude – ci serviamo dai nostri amici, attori di una terra che, in fondo, non si vuole lasciar andare. Anche il vino sfuso, ad esempio, è fatto con l’uva di nostri ‘colleghi’, quindi abbiamo la certezza di come sia stata trattata. Abbiamo cercato, insomma, aziende per quanto possibile a km 0, che sfoggiassero la loro salubrità e la loro qualità, in primis. Non abbiamo ammesso, ad esempio, prodotti di multinazionali, semplicemente perché, nella nostra Bottega, avrebbe dovuto intravedersi quell’Abruzzo di cui ci siamo innamorati tanto io quanto la mia ragazza. I prodotti più particolari che abbiamo? Sicuramente la Santoreggia del Liquorificio d’Abruzzo, l’unico liquore creato con il fiore selvatico della Santoreggia montana selvatica, che conta, all’anno, solamente 150 bottiglie al massimo: un oro liquido preziosissimo, questo, della nostra Regione. Sulla parte artigianale, invece, punterei tutte le fiches sul sapone al latte d’asina, ideato da Silvia, una mia cara amica di Capestrano, che ha scelto di dedicarsi, nella zona del Tirino, all’asineria di famiglia, una delle più grandi in Abruzzo. Anche lei, come noi, ha scelto di fare impresa con il territorio». Facile non è, ma occorremolta pazienza e tanto sudore per veder spuntare, all’alba, il sole di un colore diverso, più acceso, come se sorridesse all’Abruzzo tornato finalmente sveglio.