Addio al 18 app, e scoppia la polemica.
L’intenzione del governo di eliminare il bonus cultura per i 18enni per la fruizione di contenuti culturali, dai cinema alla musica passando per l’acquisto di libri e quotidiani. ha suscitato le vive proteste delle opposizioni che lamentano una scarsa attenzione nei confronti di un settore già duramente penalizzato dalla pandemia e dalla crisi dei consumi.
Si continuerà quindi a discutere sull’emendamento alla manovra a firma della maggioranza (FdI, Lega e FI) che abroga la misura ridestinando le risorse – un ‘tesoretto’ di 230 milioni di euro annui a decorrere dal 2022 – a finalità di sostegno del mondo dello spettacolo e della cultura.
Per la maggioranza infatti si tratta solo di dirottare le risorse verso altre finalità ma sempre nel’ambito dela cultura, come il sostegno economico temporaneo dei lavoratori dello spettacolo al quello per gli operatori dell’editoria e delle librerie. Lo stesso emendamento propone l’istituzione a decorrere dal 2023 di un “Fondo per il libro”, con una dotazione pari a 15 milioni di euro annui.
L’ex ministro della Cultura e senatore Pd Dario Franceschini attacca: “Un emendamento della maggioranza azzera la app 18. Una cosa assurda dopo che Francia, Spagna e Germania hanno introdotto un bonus cultura esplicitamente ispirato dal nostro. Il governo faccia marcia indietro e non tagli alla cultura”.
Mentre il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha lanciato una petizione a difesa della misura. La replica dei firmatari della mozione: “La volontà del Parlamento è di revisionare la 18app e introdurre politiche di incentivo alla domanda di cultura più generali, che possano sostenere i consumi culturali nella crisi in corso.