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Affitti brevi, in Abruzzo il 25% strutture è ancora fuorilegge

Al via i controlli, sanzioni fino a 8mila euro

Malgrado il decreto che dispone che qualsiasi unità immobiliare destinata alla locazione turistica debba munirsi del Codice Identificativo Nazionale (Cin), specifici dispositivi di sicurezza e la presentazione al Comune di appartenenza della Segnalazione Certificato di Inizio Attività (SCIA), sia in vigore da dieci giorni in Abruzzo una struttura su quattro (25% circa) è ancora fuorilegge.

Un dato che fotografa un ritardo anche rispetto alla media nazionale per la quale tale proporzione si riduce a una su cinque.
Secondo i dati del Ministero del Turismo, ad oggi, in Abruzzo, delle 10.769 strutture registrate, 8.183 strutture (75%) sono regolari, mentre il restante 25% non ha ancora richiesto il codice identificativo.
“Nel dettaglio – osserva l’avvocato Gennaro Sposato di Rödl & Partner, colosso della consulenza legale e amministrativa presente in 50 paesi nel mondo tra cui l’Italia – a L’Aquila, dove sono stati rilasciati 2.113 Cin su un totale di 2.713 strutture registrate, il 22% delle strutture ancora irregolare; così come a Pescara dove i Cin sono 1.581 su 2.057 strutture registrate (23% di inadempienti).

Chieti conta 2.293 Cin rilasciati su 2.956 location registrate (22,5 % inadempienti), mentre grava sulla regione il ritardo di Teramo dove su 3.043 strutture 2.196 sono regolarizzate e il 28% è quindi ancora fuorilegge”.
A queste strutture vanno aggiunte quelle completamente abusive non registrate nei sistemi circa le quali non vi sono dati disponibili. Accertamenti sono in corso in tutta Italia con controlli che toccano grandi città così come piccoli borghi. Per quanti saranno accertati irregolari scattano ora le sanzioni che “per un immobile privo del Cin possono arrivare a 8mila euro – spiega Sposato – mentre la mancata esposizione è sanzionata con una pena pecuniaria che va da 500 a 5mila euro. L’assenza di estintori e rilevatori obbligatori è sanzionata con una multa che può arrivare fino a 6mila euro, ma per violazione accertata.
L’insussistenza dei requisiti di sicurezza obbligatori è poi sanzionata secondo le disposizioni regionali o statali”.

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