Promuovere l’apertura di un canale di ingresso legale per cittadini afghani bisognosi di protezione internazionale, attraverso l’attivazione di corridoi umanitari da Paesi vicini, a partire dal Pakistan e dall’Iran.
È l’obiettivo che si intende raggiungere con la firma avvenuta al Viminale del protocollo d’intesa per la realizzazione dei corridoi umanitari per l’Afghanistan.
Intervenendo alla sottoscrizione del documento, il ministro Lamorgese ha sottolineato come sia possibile realizzare operazioni complesse di accoglienza come queste previste nel protocollo, grazie a un approccio sinergico tra molteplici attori del pubblico e del privato che lavorano in squadra.
“L’Italia è un Paese accogliente, spiega la titolare del Viminale, come tra l’altro dimostra l’aumento dei posti nella rete SAI che, anche con l’impegno del ministero dell’Interno, garantisce un percorso di integrazione per le persone inserite nel sistema. I flussi migratori che interessano il nostro continente tuttavia – aggiunge il ministro – necessitano di una maggiore redistribuzione e di condivisione di responsabilità come principio comune dell’Unione europea”.
Il capo del dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, Michele di Bari, evidenziando che il protocollo interesserà 1200 migranti, ha spiegato, poi, che si faranno carico dell’accoglienza, nel dettaglio, la Caritas per 300 persone, la Comunità di S. Egidio per 200, la Tavola Valdese per 200, l’Arci per 100, mentre il ministero dell’Interno per i restanti 400 migranti e delle spese del trasporto aereo.
Il documento firmato rappresenta la sintesi di un lavoro coordinato dal dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione al quale hanno preso parte i rappresentanti del ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale (Maeci), della Conferenza episcopale italiana, della Comunità di Sant’Egidio, della Federazione delle Chiese Evangeliche, della Tavola Valdese, dell’Associazione ricreativa e culturale italiana (Arci), dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr).