“La pandemia ha fatto sentire i giovani soli e isolati e li ha sottoposti a un grandissimo sforzo, anche perché hanno dovuto seguire la didattica da remoto, ma anche seguire l’attività dei genitori. Siamo riusciti a stanziare un fondo di 35 milioni di euro per il disagio giovanile, che intendiamo far scendere a terra con la creazione di spazi rivolti allo sport sia come benessere sia come attività ludica che li porti a restare insieme, a creare arte, spettacolo, luoghi nei quali possano riuscire a confrontarsi e a condividere anche quello che hanno provato, ma che poi restino nel tempo come una sorta di oratori laici”.
Lo ha detto oggi a Chieti il ministro per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone, a margine dell’evento “Educazione, formazione, lavoro”, curato dall’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con Informagiovani di Chieti e con il patrocinio del Comune di Chieti e dell’Università d’Annunzio, evento ospitato nella mattinata nel Teatro Marrucino e che continuerà dalle 15.30 nell’auditorium del Rettorato dell’Università a Chieti. Quanto alla gestione dei fondi “il,51% vengono condivisi con le Regioni – ha aggiunto Dadone – il 49% con bandi da parte del ministero delle Politiche giovanili”.
Al suo arrivo a Chieti, il ministro Dadone ha visitato la “Capanna di Betlemme”, una casa di accoglienza da anni riferimento prezioso per coloro che hanno perso tutto e tutti, gestita dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. “Avevo già fatto volontariato con la stessa associazione sul mio territorio: credo sia importante innanzitutto creare spazi di dialogo oltre che di politiche attive, capire quali sono le necessità per poi riuscire a trasformarle in legge”. Quanto alle politiche attive e ai programmi del Governo alla luce del Pnrr “sui giovani si investe moltissimo in termini di formazione, orientamento, sia sulle scuole superiori sia nell’ambito universitario con le borse di studio, su questo si sta facendo un grandissimo lavoro”.