Comprare un vestito o alimenti al centro commerciale, bere il caffè al bar insieme ad altri avventori, prendere l’autobus affollato, entrare in un’aula dell’Università e, tra poco, lavorare in una biblioteca comunale: così, alla Rems (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) di Barete (AQ), ci si ‘allena’ a riprendersi la propria vita e a lasciarsi alle spalle un passato in cui il disagio mentale non curato è sfociato in reato.
Nella struttura di Barete, in cui sono ospitate persone con problemi psichici che hanno commesso reati, la riabilitazione è un processo concreto che tende a portare all’esterno il cosiddetto paziente-reo, a contatto con le persone e col vissuto quotidiano. Ciò accade ormai dal luglio del 2016. Un approccio dirompente, per impostazione e metodo, lontano anni luce dall’oscurantismo che per anni ha confinato in un abisso disperato il malato mentale internato negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Alla base di questo metodo riabilitativo, centrato sull’inserimento sociale ed il superamento dello stigma, c’è il meticoloso lavoro di tutto lo staff della REMS. Un pool di specialisti che mette insieme terapia farmacologica e psicologica e che fa capo al Dipartimento di Salute Mentale della Asl, diretto dal dottor Vittorio Sconci. Il team è composto dalle psichiatre Ilaria Santini, Melissa Cornelio e Chiara Di Venanzio e dalle psicologhe Domenica Canna e Marta Gallese.
A queste figure va aggiunto il prezioso apporto di 12 infermieri e 6 operatori socio sanitari, coordinati dal capo sala, Massimo Princigallo. A Barete la vigilanza è molto lontana dalla ‘militarizzazione’. Il personale addetto alla sicurezza non è dotato di armi e gli appartamenti che accolgono i pazienti (con soggiorni nella struttura tra 6 mesi e 1 anno) non hanno sbarre né grate di protezione.
I pazienti inseriti nel progetto ‘Aria Pulita’ sono stati attentamente valutati dai medici durante un periodo di osservazione. Con l’autorizzazione del Giudice competente, dal luglio del 2016, è cominciata questa esperienza terapeutica per pazienti tra 23 e 69 anni, alcuni dei quali hanno commesso, in passato, reati molto gravi. Accompagnati dagli psicologi, dai medici e dagli infermieri visitano strutture come l’Ateneo aquilano, raggiungono a piedi Pizzoli da Barete (5 km tra andata e ritorno), si fermano al bar insieme ai residenti, vanno al centro commerciale per acquistare capi d’abbigliamento o generi alimentari.
Domani, mercoledì 10 maggio, faranno qualcosa di davvero inedito: grazie all’invito del Sindaco di San Demetrio Silvano Cappelli, visiteranno le grotte di Stiffe. Un’esperienza che per molti di loro sarà una novità assoluta. Uno dei punti più alti del percorso riabilitativo sarà l’esperienza lavorativa nella biblioteca di Barete.
Il sindaco Leonardo Gattuso, di concerto con la Asl, ha infatti già avviato le procedure per un bando che prevede due borse-lavoro nella biblioteca del paese riservato a due ospiti della REMS: un progetto che si concretizzerà entro il giugno prossimo. «Tutte queste iniziative – dichiara il dottor Sconci – dimostrano, al di là dello scetticismo e delle polemiche ricorrenti, che i reati commessi da queste persone non sono causati da una tendenza a delinquere bensì da disagi mentali non affrontati per tempo e in modo adeguato. Dunque, una volta curata, la persona può vivere una vita ‘normale’ senza costituire alcun pericolo per la comunità. E questo rappresenta il vero superamento del pregiudizio che, per anni, ha condizionato l’esistenza di queste persone».
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