L’Aquila ha ottenuto la qualifica di “Città che legge” per il biennio 2020-2021. Ne dà notizia il sindaco Pierluigi Biondi, precisando che il riconoscimento è stato attribuito dal Centro per il libro e la Lettura, istituto autonomo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo che dipende dalla direzione generale Biblioteche e Diritto d’autore.
“Città che legge” è un’iniziativa che il Centro per il libro e la lettura promuove d’intesa con l’ANCI, con l’obiettivo di valorizzare – proprio attraverso questa qualifica – quelle amministrazioni comunali che si impegnino a svolgere con continuità politiche pubbliche di promozione della lettura sul proprio territorio. Attraverso la qualifica di “Città che legge” si intende riconoscere e sostenere la crescita socio-culturale delle comunità attraverso la diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso, in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva.
“Si tratta di un’attribuzione molto importante e prestigiosa – commenta il sindaco Pierluigi Biondi – che attesta le numerose attività che vengono condotte in città in fatto di diffusione di libri. Oltre alle tante presentazioni letterarie che vengono svolte nel territorio, questo riconoscimento trova fondamento anche nell’operazione che è stata condotta dal nostro Comune nel periodo di maggiori restrizioni per l’emergenza coronavirus, quando la Giunta stanziato dei fondi proprio per incentivare la lettura per i ragazzi tra gli 11 e i 14 anni, costretti, come la gran parte dei cittadini, a rimanere a casa per il lockdown”.
“In quell’occasione – ha ricordato Biondi – pervennero al Comune circa 130 domande, di cui119 ammissibili e per ognuna è stato riconosciuto un bonus di 20 euro da spendere nelle 11 librerie aquilane convenzionate che avevano deciso di aderire all’iniziativa. Testimonianza anche questa di un tangibile interesse da parte degli operatori economici del settore. I risultati di quell’operazione, nel complesso, sono stati molto incoraggianti, perché ci hanno confermato che ci sono ancora ragazze e ragazzi che sono disposti ad aprire un libro piuttosto che a incollarsi su uno smartphone o davanti la tv. Le nostre comunità devono ripartire dal loro entusiasmo e dalla loro fame di sapere. E il riconoscimento del Centro per il libero e la lettura è un chiarissimo segnale di questo positivo scenario”.