Il sindaco Giovanni Di Pangrazio non arretra di un mezzo passo e ce la sta mettendo tutta. Con tutto se stesso, con tutta la sua forza amministrativa e con tutta la sua squadra più uno (Iride Cosimati, Fd’I, dai banchi dell’opposizione) e con tutta la Marsica politica, quella che ha chiamato a raccolta per la giornata di giovedì prossimo, in adunanza. Appuntamento alle ore 16 e 30 del pomeriggio.
All’ordine del giorno il progetto di potenziamento della ferrovia veloce Avezzano-Roma-Pescara, una “opportunità”, chiamiamola così, da cui L’Aquila, stando così le tappe, si sentirebbe esclusa.
Per questo ha calato l’asso, non pensandoci due volte: un altro progetto, un’altra alternativa allo studio attuale, una ipotesi B “Roma-L’Aquila-Pescara” che preveda il passaggio per il capoluogo d’Abruzzo. “Escludere una città a priori senza basi logiche – aveva detto ai nostri microfoni Palumbo, consigliere PD comunale aquilano – non ha senso”.
Pare essere diventata, insomma, una nuova arena, la ferrovia. Un nuovo pomo della discordia tra territori, almeno così sembra anche dalle ultime esternazioni dei capigruppo di Maggioranza del Comune avezzanese (“E che nessuno pensi a sveltine dell’ultimo momento o a tatticismi di bandiera che rischiano solo di danneggiare il progetto originario ma senza alcuna reale possibilità di riuscita. Anche un bambino capirebbe che cercare di deviare un treno lanciato ad alta velocità non avrebbe alcuna possibilità di successo” cit.).
Anche se nessuno apertamente, ad oggi, parla di guerre, di battaglie o di “scippi”, parola, quest’ultima, utilizzata spesso e volentieri nel territorio marsicano. Il presidente del Consiglio comunale Ridolfi punta i piedi: “L’Aquila – ci dice – vive una vita sua, a sé stante. Noi invece, proprio a fronte di questo grande progetto di sviluppo areale, territoriale e marsicano, stiamo coinvolgendo tutti. Ecco il perché dell’adunanza che, è vero, non è iscritta su alcuna pietra istituzionale, ma ha valore perché il valore glielo danno le 37 fasce tricolore unite. Noi da Avezzano abbracciamo tutti i territori che ci sono vicini. L’Aquila non lo fa, vive per se stessa”.
“L’alta velocità per noi rappresenta il futuro. E’ un volano: come si fa, in 20 giorni, a calare un “contro-progetto” sui tavoli di uno studio nazionale, che va avanti da 10 anni? C’è una storia lunga e strutturale – dice Ridolfi – dietro questo progetto. Quel che mi preoccupa, più di ogni altra cosa, è che dai nostri vicini di Provincia non è che abbiamo ascoltato parole come “vediamo come poter coinvolgere in questo progetto anche L’Aquila” ad esempio, ma ho notato solo un voler rimettere al centro del discorso il capoluogo abruzzese, punto: poco importa dove va a sfociare questa ferrovia, se in Abruzzo o nelle Marche, l’importante è che passi per L’Aquila”.
“Mi domando io – conclude Ridolfi – Ma L’Aquila sa che attorno a lei vivono altri territori? Altre aree interne con cui potrebbe fare sistema? Da un capoluogo di Regione e sottolineo di Regione, ci si aspetterebbe ben altro: ad esempio che si spenda per i territori tutti e non solo per i suoi interessi personali”.