Con il 71,9% di acque pulite l’Abruzzo è la regione con il peggior mare d’Italia.
A dirlo è il Sistema nazionale per la protezione dellʼambiente, sulla base del monitoraggio effettuato dal personale delle Agenzie regionali e delle Province autonome.
Il mare più pulito dʼItalia si trova in Puglia, al secondo posto cʼè la Sardegna, al terzo la Toscana.
Ogni anno le acque di balneazione nazionali vengono sottoposte a periodici controlli per garantire la salute dei bagnanti: il 90% di acque pulite è considerato un dato eccellente e, sommando anche i mari di buon livello, si arriva al 94%. Le analisi vengono fatte su circa 30mila campioni prelevati dai mari e dai laghi italiani. I dati del quadriennio 2018-2021 hanno portato ai risultati citati, che resteranno in vigore per tutta la stagione balneare 2022.
Un quadro non condiviso dall’Arta Abruzzo, che in una nota spiega: Il mare abruzzese, contrariamente a quanto riportato da alcuni organi di stampa di rilievo nazionale, gode di ottima salute.
“Dalla classificazione degli ultimi tre anni, infatti, emerge chiaramente la tendenza ad un miglioramento costante della qualità delle acque con un aumento di circa il 4% di quelle con classe “Eccellente” e della diminuzione di circa l’1% delle acque con classe “Scarsa”. Ciononostante, nella classifica stilata dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, sulla base del monitoraggio effettuato dal personale delle Agenzie regionali e delle province autonome per la protezione dell’ambiente, l’Abruzzo appare come fanalino di coda in relazione alla qualità delle acque di balneazione con il 71,9% di acque eccellenti”.
Una posizione non veritiera, secondo l’Arta, “considerando la disomogeneità dei criteri e dei parametri di monitoraggio adottati dalle varie Regioni italiane che penalizza oltremodo l’Abruzzo, particolarmente attenta alla tutela e alla salute dei bagnanti grazie ad una rete di campionamento estremamente capillare. Basti considerare che, rispetto ad altre regioni come la Sicilia o la Toscana, che monitorano i propri litorali ogni 2/3 chilometri di costa, Arta Abruzzo effettua prelievi in 113 punti di campionamento su un totale di 130 chilometri di costa, ovvero, in media, circa un punto ogni chilometro. Dall’analisi della mappatura delle aree individuate per il monitoraggio, inoltre, appare di tutta evidenza come molti dei punti siano prospicienti fossi, foci, fiumi e torrenti, luoghi dove le fonti di pressione di inquinanti microbiologici sono ovviamente più elevate”.
“Possiamo affermare senza tema di smentita – ha dichiarato il direttore generale di Arta, Maurizio Dionisio – che le acque di balneazione abruzzesi sono di qualità eccellente. E riteniamo che la scelta di monitorare così capillarmente tutto il tratto di costa sia vincente e garantisca la massima tutela e salvaguardia della salute dei bagnanti”.