È un attacco al sistema vero e proprio, quello scagliato, in questi giorni, dal Tribunale per la Difesa del Malato di Avezzano-Sulmona-L’Aquila, ossia da questa puntuale e storica Associazione di Volontariato Regionale Onlus, a fronte della oramai annosa chiusura dell’Ambulatorio di Fisioterapia tagliacozzano. Il presidente, Stefano Di GIuseppe, esprime, in una nota fatta pervenire alla Redazione, tutta l’amarezza connessa a questa «situazione da terzo mondo».
«I politici – afferma ancora – non ascoltano le vere esigenze dei cittadini. L’unico risultato visibile, ad oggi, – continua – è che i poveri utenti si trovano ancora a doversi barcamenare in una situazione del terzo mondo». Parole forti, le sue, corroborate, comunque, da «innumerevole segnalazioni telefoniche sulla situazione di disagio perpetrata nei confronti di un’intera popolazione, che continua a vivere una condizione di silenzio quando si trova a dover richiedere una prestazione di fisioterapia ambulatoriale sul territorio», afferma.
La patata bollente, poi, diviene ancor più rovente allorquando si passa a discorrere di una particolare tipologia di utenza che, per scelta di abitazione, di famiglia o di filosofia, vive nei piccoli comuni montani del territorio marsicano. «Pensiamo per un attimo – dice il presidente – agli abitanti dei piccoli agglomerati urbani montani, che devono percorrere per ore delle strade, a volte ostiche, per poter raggiungere un ambulatorio e svolgere almeno 30 minuti di fisioterapia: le persone coinvolte, in questo caso, – continua il presidente – sono per lo più bambini, donne ed anziani, che continuano, loro malgrado, a convivere con una situazione di forte disagio. Nonostante il Tribunale per la Difesa del Malato abbia già più volte segnalato questo problema, riguardante l’apertura dell’ambulatorio di fisioterapia stesso, presso il P.O. di Tagliacozzo, ad oggi tutto è rimasto uguale».
Il presidente Di Giuseppe, inoltre, ha poi sviscerato il danno incalcolabile dal punto di vista fisico e umorale che la chiusura dell’ambulatorio avrebbe riversato su tutto il territorio. «La ASL – dice – ha promesso di riaprire l’ambulatorio di fisioterapia da parecchi anni oramai. E’da notare che la mancanza del servizio in questione, chiuso da tempo, ha arrecato un danno a tutta la popolazione del territorio circostante, costretta, per questo ‘buco nero sanitario’ a recarsi per lo più ad Avezzano, per le cure ambulatoriali di cui necessita. Nonostante, poi, le numerose rassicurazioni da parte dell’ex Dirigente della Asl di Avezzano-L’Aquila- Sulmona, il dottor Silveri, e dei responsabili del Presidio di Tagliacozzo, nulla è stato fatto fino ad oggi».
La struttura, che era posta al secondo piano dell’Umberto I, già a partire dal 2006 risultava carente e catapultata in una situazione di semi-stasi. L’ambulatorio è stato parte integrante dell’Unità di fisioterapia aperta a Tagliacozzo nell’anno 2002; a quell’epoca, infatti, essa poteva disporre di ben quindici fisioterapisti, in aggiunta all’ambulatorio fisioterapico stesso. Nel corso degli anni, però, gli specialisti sono scesi a sei e l’ambulatorio in questione è stato chiuso in maniera definitiva. Il Tribunale per la Difesa del Malato di Avezzano, infine, lancia di nuovo un appello sentito alla Asl 1, chiedendo di andare incontro alle numerose richieste di aiuto avanzate dagli utenti del territorio, che predicano solo di ricevere una buona sanità «in modo da poter digerire, nella maniera più efficace e repentina possibile, la malattia». La sanità dovrebbe essere la vicina di casa del paziente e non una tranquillità casalinga difficile da conquistare.
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