“Ci aspetta un Natale molto magro, ma le persone sono un po’ stanche di questa situazione e vorrebbero venirne fuori. Anche se qualcuno morirà, pazienza». Questa è la orribile frase pronunciata oggi dal presidente di Confindustria sezione di Macerata, Domenico Guzzini. Poi si è scusato, ma l’ ha detta e prima di dirla, l’ha pensata. E temo che purtroppo non sia l’unico a pensarla così. Perché c’è un punto oscuro in questa triste pandemia. Oltre 60000 morti in Italia, oltre 1000 in Abruzzo, oltre 100 a L’Aquila. Una tragedia terribile, numeri da guerra. Un dolore straziante. Ma questo sembra non interessare a troppi, il tema di chi se ne è andato e di quanto ancora sia grave e pericolosa la situazione, non è un tema che sembra riguardarci come comunità. Eppure noi qui a L’Aquila, ci siamo passati per un grande dolore collettivo, sappiamo che dobbiamo farci i conti davvero con quello che accade.Si rimuovono, invece, quelle vite stroncate, si ingabbia la paura, si sfida il virus con crudeltà “tanto uccide solo i vecchi e i malati”, ci si immerge in un divertimento forzato, come se nulla fosse: tutto ciò non farà bene alla nostra comunità. Sarà un Natale diverso, è inevitabile, mettiamocelo in testa. Far finta di niente, turbati dal pensiero del mancato cenone e pensare di ammucchiarsi per l’aperitivo Natale è tra le cose più assurde che si possa immaginare. Pensiamoci un attimo, dentro quella frase orrenda, pronunciata come se nulla fosse, forse c’è un terribile e feroce pensiero latente che è una delle ragioni che rende più debole la battaglia contro il virus. “Anche se qualcuno morirà, pazienza”. Ma cosa dice Guzzini? Cosa dice?
