Nella piccola cappella al piano nobile, mirabilmente restaurata, la Colonna nel vuoto di Ettore Spalletti quasi commuove, con il suo invito laico a guardare al cielo.
Qualche sala prima gli straordinari arazzi di William Kentridge sono un’esplosione di vita e di colori, grandi carte geografiche che rimandano alla diaspora e al nomadismo.
Mentre le piume di struzzo di Luca Trevisani dialogano con quella sorta di surreale macchina del tempo che è la tela bicolore di Alberto Garutti, mossa da un movimento costante eppure impercettibile proprio come il tempo che scorre lento.
L’arte contemporanea irrompe gentile all’Aquila nel settecentesco Palazzo Ardinghelli, riportato al suo antico splendore grazie ai 7 milioni di euro donati nel 2009 dalla Federazione russa, e racconta tutta l’energia del nuovissimo Maxxi L’Aquila che dopo lo stop dovuto alla pandemia apre finalmente al pubblico le sue porte.
“Non è una sede distaccata, questo è il Maxxi”, sottolinea la presidente Giovanna Melandri, spiegando il progetto di un museo che ambisce ad essere “laboratorio, propulsore di cultura, arte, contatti internazionali e con il territorio”.
Qui all’Aquila, promette, “porteremo i gioielli della collezione nazionale e tutte le anime del Maxxi che a Roma inaugurammo proprio il 28 maggio di 11 anni fa”.
Accanto a lei il ministro della Cultura Dario Franceschini, “il primo ad avere l’idea di ospitare nel palazzo restaurato un grande museo”.
E che oggi applaude il lavoro fatto, l’incredibile restauro, l’allestimento della mostra, curata da Bartolomeo Pietromarchi e Margherita Guccione intitolata ‘Punto di equilibrio’, con le installazioni donate da 8 grandi artisti contemporanei, da Elisabetta Benassi a Paolo Pellegrin, da Stefano Cerio a Daniela De Lorenzo, fino alla giovane russa Anastasia Potemkina, che dialogano con tanti maestri già nella collezione del museo romano, da Cattelan a Boetti, da Toyo Ito a Piero Manzoni e Maria Lai.
“Una bella giornata davvero – commenta il ministro – un altro gesto per non dimenticare, per andare avanti nella ricostruzione. E anche una bella storia di condivisione nel tempo di un obiettivo”.