Almeno il 50 per cento dei ristoratori situati tra la costa molisana e il basso Abruzzo, da Termoli a Vasto (Chieti) , stanno valutando la possibilità di aprire solo il fine settimana.
La conferma arriva dagli stessi operatori e dagli imprenditori dell’indotto, tra cui le lavanderie industriali che hanno risentito dell’aumento dei costi dell’energia e degli aumenti delle bollette.
“La situazione è pesante per la ristorazione – dichiara l’amministratore delegato della lavanderia industriale Lim, Emiliano Miri, a Montenero di Bisaccia (Campobasso) – Sono in stretto contatto con gli operatori dei locali situati tra il basso Molise e il basso Abruzzo ed il caro bollette sta creando molti problemi. Alcuni starebbero, addirittura, pensando di chiudere per il periodo invernale per riaprire a primavera prossima. Almeno la metà potrebbe decidere di chiudere durante la settimana per tenere aperto dal venerdì alla domenica. Mantenere una struttura per assicurare il servizio a poche persone non è più consigliabile”.
Durante il periodo estivo le bollette sono aumentate dal 300 al 400 per cento.
“Purtroppo ci sono stati degli aumenti forti – conclude l’imprenditore – soprattutto nei mesi caldi di luglio e agosto. I costi sono lievitati ed i guadagni sono stati assorbiti dagli incrementi delle spese fisse”.
A lanciare l’allarme, nei giorni scorsi, Confesercenti Abruzzo: “Migliaia di piccole e piccolissime imprese abruzzesi, partendo da ristoranti, attività ricettive, pizzerie, panifici, pasticcerie, punti vendita della distribuzione alimentare, parrucchieri, artigiani, stanno rapidamente uscendo dal mercato a causa dell’esplosione del caro energia, e il rischio imminente è di una crisi nera senza precedenti. Ci appelliamo a tutti i decisori affinché facciano la propria parte, nessuno escluso, dagli enti locali fino al parlamento ed al governo”, le parole del presidente Daniele Erasmi.
“Assieme alle altre associazioni di categoria abbiamo chiesto un intervento da parte della Regione Abruzzo, purtroppo rimasta silente – ha aggiunto il direttore regionale della Confesercenti Lido Legnini – e torneremo ad alzare la voce assieme alle altre sigle. Ma è necessario che tutti i soggetti in campo comprendano fino in fondo che questa volta molte imprese non ce la faranno: escono da dieci anni di crisi e da due anni di Covid, non hanno la forza di reggere questo impatto. Per questo crediamo che tutte le istituzioni, dal Comune più piccolo fino ai rappresentanti in parlamento, hanno il dovere di fare la propria parte”.