“Nel mese di agosto dello scorso anno, la Giunta regionale ha approvato il nuovo modello di Scia da presentare agli uffici comunali per ottenere l’autorizzazione necessaria all’apertura e all’ampliamento di un asilo nido, oltre che per il rinnovo della suddetta autorizzazione. Una scelta effettuata senza alcun coinvolgimento preventivo delle associazioni di categoria rappresentative degli operatori e soprattutto senza che le stesse fossero successivamente informate. Tra l’altro, rispetto a quella precedentemente in vigore, la modulistica ha subito alcune modifiche”.
Così in una nota il consigliere regionale Antonio Blasioli.
“Diversamente dalla modulistica presentata all’atto dell’apertura delle strutture, per quanto riguarda le richieste di rinnovo dell’autorizzazione, per gli operatori è diventato infatti obbligatorio produrre una dichiarazione di conformità alla normativa sismica vigente. Si tratta di un adempimento, come detto, non previsto nell’ambito della documentazione presentata in sede di apertura e delle successive autorizzazioni. Tale dichiarazione risulta, tra l’altro, molto difficile da redigere in un tempo compatibile con quello dell’avvio dell’anno educativo 2023/2024”, spiega ancora.
“Nel corso della Commissione Consiliare Controllo e Garanzia del Comune di Pescara, tenuta nella giornata di ieri dal presidente Piero Giampietro, nell’ambito del confronto tra gli uffici comunali addetti al rilascio delle autorizzazioni e gli operatori, rappresentati anche dall’associazione di categoria Finesi, è emersa tutta la preoccupazione di questi ultimi di non riuscire a produrre in tempi utili la documentazione necessaria. Una preoccupazione che investe tutti gli operatori abruzzesi, e che è maggiore per quelli che hanno l’autorizzazione appena scaduta o per i quali la stessa è prossima alla scadenza. Per questo motivo, con una lettera indirizzata al presidente Marsilio e all’assessore all’Istruzione Quaresimale, ho chiesto in tempi brevi la convocazione di una riunione in Regione in merito alla problematica insorta, cui dovranno partecipare anche le rappresentanze degli operatori. L’obiettivo dovrà essere quello di trovare una soluzione capace di contemperare le necessarie esigenze di sicurezza di bambini e personale, oltre che la salvaguardia di realtà economiche e lavorative che svolgono, in molti casi, un servizio pubblico, supplendo a una grave carenza, come quella dei posti negli asili nido pubblici”, aggiunge.
“Eventuali mancati rinnovi delle autorizzazioni ad asili nido privati metterebbero infatti anche a rischio la possibilità, per i comuni abruzzesi, di sopperire alla cronica e intollerabile carenza di posti nei nidi pubblici, attraverso la stipula di apposite convenzioni con tali strutture private; una soluzione che in questi anni ha permesso a molti bambini l’accesso ai servizi per l’infanzia, che altrimenti gli sarebbe stato negato ma il problema riguarderebbe anche tante famiglie che avevano accesso al nido privatamente. Per citare solo il caso di Pescara: se quest’anno ben 160 bambini sono rimasti esclusi dalle graduatorie comunali, il rischio è che il mancato rinnovo delle autorizzazioni di strutture private possa fare crescere ulteriormente tale numero, visto che non è mutato il numero di posti a disposizione nei nidi pubblici. Ci aspettiamo dunque dalla Regione una soluzione a questa problematica che potrebbe mettere a rischio l’accesso ai servizi per l’infanzia di molti bambini che vivono in Abruzzo”, conclude.