Un nuovo ‘pacemaker’ cerebrale anti-Parkinson disponibile all’ospedale dell’Aquila. Si tratta di un sistema di elettrocateteri sviluppato da Medtronic per la terapia di stimolazione cerebrale profonda (Deep brain stimulation, Dbs) e che consente di personalizzare la cura rilevando i segnali celebrali.
Il neurostimolatore è un dispositivo di piccole dimensioni, simile a un pacemaker, che invia all’area del cervello correlata con i sintomi del Parkinson dei segnali elettrici attraverso fili estremamente sottili. Ad oggi i centri che hanno già effettuato degli impianti con questa tecnica sono, oltre al presidio ospedaliero San Salvatore dell’Aquila con i responsabili Alessandro Ricci, primario del reparto di Neurochirurgia, Francesco Abbate e Nicola Modugno, gli ospedali di Padova, Bologna, Bergamo, Novara, Milano e Pavia, scrive l’adnkronos.
Al San Salvatore sono stati effettuati già i primi impianti. Gli studi condotti hanno dimostrato che la stimolazione cerebrale profonda eseguita con questo sistema è efficace nel controllo del tremore essenziale, della distonia e dei sintomi della malattia di Parkinson che non possono essere controllati in maniera adeguata tramite i farmaci.
“Il SenSight è l’unico elettrocatetere direzionale con funzionalità di sensing integrate”, afferma Jens Volkmann, direttore di dipartimento e professore di neurologia all’ospedale universitario di Würzburg, tra i massimi esperti della terapia in Europa, “la sfida della Dbs è di fornire la stimolazione di una regione molto piccola del cervello solo in determinati momenti, ovvero quando i sintomi fluttuanti richiedono un trattamento. Questa nuova tecnologia promette una terapia veramente personalizzata, che possiamo adattare utilizzando i dati oggettivi di ogni paziente per consentire una programmazione in termini di spazio e tempo”.
“Queste innovazioni – dichiara Antonella Grassi, responsabile della divisione Neuromodulation di Medtronic in Italia – rappresentano contributi importanti allo sviluppo di terapie personalizzate in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti. Ad esempio, i dispositivi sono compatibili con l’esame di risonanza magnetica e il modello ricaricabile ha un’autonomia di 15 anni, liberando quindi la persona dalla necessità di sostituirlo in questo lasso di tempo. Inoltre, la precisione delle rilevazioni e i programmi di visualizzazione collegati a device mobili e computer permettono al medico di verificare nel dettaglio e con facilità tutti i parametri che gli servono per impostare un percorso fatto su misura”.