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Avezzano Bene Comune a Roma: manifestazione contro lobby vaccini

"Il Covid-19 ha mostrato le inefficienze e le ingiustizie del nostro sistema. La scelta di mettere il profitto davanti alle persone ha fatto sì che il contenimento pandemia fosse debole e che il virus colpisse duramente".

Avezzano Bene Comune per edilizia popolare

Oggi, sabato 22 maggio, i sostenitori di Avezzano Bene Comune saranno presenti alla manifestazione nazionale in piazza della Repubblica a Roma.

“La mobilitazione, in concomitanza del Global Health Summit del G20, servirà a ribadire l’opposizione politica e sociale della vera Sinistra contro il governo Draghi ed i brevetti vaccinali attualmente in mano a Big Pharma, ed a favore della sanità pubblica e della giustizia sociale”, si legge nella nota stampa firmata dal gruppo dirigente.

“Saremo a Roma per fare sentire al G20 la voce di chi in Italia vuole che la salute sia davvero al primo posto e che la vita e la natura non siano più sacrificate al profitto. Scenderemo in piazza contro la politica degli affari e contro il governo Draghi che ne è espressione, per i vaccini e la sanità pubblici, per la giustizia sociale e il diritto di tutte e tutti a lavorare e vivere dignitosamente senza rischiare salute e vita. Il Covid-19 ha mostrato le inefficienze e le ingiustizie del nostro sistema. La scelta di mettere il profitto davanti alle persone ha fatto sì che il contenimento pandemia fosse debole e che il virus colpisse duramente. Siamo quasi a 3 milioni e 500 mila morti, una strage senza precedenti che ha investito in pieno anche i paesi ricchi, che in troppi ritenevano “intoccabili”. La pandemia è diventata sindemia, cioè una catastrofe sanitaria, sociale ed economica al tempo stesso. L’emblema di una gestione miope, centrata sull’interesse immediato di una minoranza di grandi aziende, è stata la privatizzazione dei brevetti sui vaccini, che sta provocando un ritardo gravissimo nella vaccinazione di tutte le popolazioni del mondo con il rischio evidente, come mostra il dilagare del contagio in India, di un ritorno senza fine del virus. Eppure i vaccini sono stati pagati dai cittadini e dalle cittadine, dal pubblico: alle multinazionali sono stati versati 88 miliardi di fondi pubblici e garanzie di pre-acquisto. Ad esempio, solo il 3% dei costi di ricerca e sviluppo per il vaccino Oxford Astrazeneca è stato finanziato da privati (fonte: Universities allied for essential medicines). Nonostante ciò, il brevetto è stato privatizzato, garantendo enormi profitti al Big Pharma. Ciò ha permesso alle multinazionali di garantirsi un mercato oligopolistico, con altissimi tassi di profitto. A fronte di un costo di produzione stimato tra i 60 centesimi e i 2 euro a dose, Pfizer e Moderna hanno venduto a un prezzo che va dai 13,5 dollari ai 74 dollari a ciclo, annunciando recentemente un ulteriore rialzo dei prezzi (fonte: Imperial college di Londra). I dividendi già intascati dagli azionisti di Pfizer, Johnson & Johnson e AstraZeneca nell’ultimo anno sono stati di circa 26 miliardi, cifra sufficiente a vaccinare 1,3 miliardi di persone (fonte: Oxfam). Ugur Sahn, l’AD di BionTech, ha un patrimonio stimato di circa 5,9 miliardi di dollari. Stephan Bancel, l’AD di Moderna, dall’inizio della pandemia ha venduto 142 milioni di dollari di azioni, portando il suo patrimonio personale a 5,2 miliardi di dollari (fonte: Avvenire)”.

“L’altra faccia della medaglia è una scarsità artificiale del vaccino, prodotto in pochissimi stabilimenti, a fronte di una domanda potenzialmente globale: se nei paesi ricchi in media risulta vaccinata 1 persona su 4, nei paesi poveri risulta vaccinata 1 persona su 500 (fonte: Oxfam-Emergency). Il “nazionalismo vaccinale” ha fatto sì che gli Stati abbiano innescato una corsa al vaccino ai danni dei propri vicini, giungendo a requisire lotti vaccinali destinati all’estero. Nei confronti delle multinazionali del farmaco, invece, gli Stati ricchi hanno lavorato per garantire loro condizioni di monopolio. L’11 marzo 2021, di fronte alla richiesta di India e Sudafrica di socializzazione dei brevetti, USA, UE, Giappone, Canada, hanno votato contro. L’esplosione della pandemia in India e la pressione della società civile ha costretto il nuovo presidente USA, Biden, a ritornare sui suoi passi e ad avallare la socializzazione del brevetto, ma, ammesso che le parole si trasformino in fatti, siamo ancora lontani da una soluzione positiva, perché oltre a liberalizzare il brevetto occorrerà obbligare le multinazionali a garantire il trasferimento tecnologico.
Per questo scenderemo in piazza anche per la produzione del vaccino su vasta scala, contro la privatizzazione dei brevetti. Perché si obblighi Big Pharma a trasferire la propria tecnologia a chi ne farà richiesta. Per una sanità che torni ad essere interamente pubblica, fondata sulla prevenzione e sulla medicina territoriale. Contro la privatizzazione della sanità, che si è dimostrata inefficace nel proteggere la salute di tutti e tutte. Per aziende pubbliche che si occupino di produrre vaccini e cure. Non solo per questa pandemia, ma anche per le sfide future. Per una radicale redistribuzione della ricchezza, che attraverso una tassazione dei milionari consenta di introdurre un reddito di emergenza unico per uscire dalla crisi e un innalzamento generale dei livelli salariali”, questa la conclusione.

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