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Avezzano, nuovo summit stamattina per i quattro fori di giustizia da salvare

Al termine della riunione di questa mattina, nell'ex scuola Montessori di Avezzano, Marsilio è stato delegato dal gruppo di lavoro per accendere un confronto diretto con il Ministro e capire perché fino ad ora non c'è stato margine per gli emendamenti.

Al termine della lunga riunione che si è avuta questa mattina, nella sala conferenze dell’ex scuola Montessori di Avezzano, il gruppo di lavoro ha dato “mandato” al governatore Marco Marsilio di andare a Roma a confrontarsi con il Ministro della Giustizia Cartabia: un incontro definito urgente dalla platea di quest’oggi, composta per lo più da amministratori, avvocati e presidenti dei Fori. La mission è sempre la stessa, quella di andare a tutelare – quantomeno con un’altra proroga di certo non risolutiva – la vita dei quattro Tribunali “minori” d’Abruzzo.

La nomina di Marsilio come delegato per l’Abruzzo del confronto aperto con il Ministro è stata proposta a fine riunione dal coordinatore del gruppo di lavoro della difesa dei Tribunali, Gianni Di Pangrazio, attualmente sindaco ancora sospeso della città di Avezzano.

Quindi la strada da seguire sarà di doppia corsia, per intenderci: da un lato il dialogo direttamente con il Ministero e dall’altro avvocati e amministratori cercheranno di sensibilizzare sulla criticità vissuta da anni in Regione Abruzzo i leader nazionali dei partiti.

Il governatore dell’Abruzzo cercherà di argomentare di fronte al Ministro l’evidenza della specificità dei territori comunali e provinciali coinvolti dalla soppressione decisa nel 2012.

Da quel dì, si sono avvicendate solo proroghe, ma nessuna soluzione definitiva.

Inoltre, in base alle caratteristiche e alle condizioni da far avverare anche in Abruzzo del PNRR, la strada maestra indicata è quella della velocizzazione dei processi e non del loro rallentamento: con l’accorpamento, anche tra le sedi di Avezzano e Sulmona dei fori sub-provinciali, da “spedire” a L’Aquila, si otterrebbe l’effetto contrario, ossia una lentezza delle partiche e delle cause prevista, che creerebbe ancora più caos.

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