Superare le differenze, che siano di provenienza o sociale, intervenire sulle problematiche di carattere familiare ed educativo, contrastare fenomeni come il bullismo e la povertà educativa, questi gli obiettivi contenuti nell’avviso appena pubblicato dal settore Affari Sociali del Comune di Avezzano in adesione al bando regionale sul contrasto alla “Povertà Educativa”.
«Il nostro Comune, che è anche Ambito Distrettuale di Scopo n. 3 – spiega il Vicesindaco di Avezzano Domenico Di Berardino che ha la delega al Sociale – ha deciso di presentare un progetto, quale capofila, con il Distretto n.4 Valle Peligna, che persegua lo scopo della crescita e del sano sviluppo del minore, che posa poi proseguire con azioni che puntino alla sua inclusione sociale e nella comunità e, quindi, di crescita formativa e culturale.
È un progetto a cui tengo molto – conclude Di Berardino, e con gli uffici comunali stiamo lavorando per far sì che possa essere realizzato al meglio e per ottenere risultati più che positivi, finalizzati al benessere dei minori e delle loro famiglie che, magari, da beneficiari di questi interventi, possano poi diventare, loro stessi, strumenti di questo tipo di azioni. Interazione e integrazione sociale per la crescita armonica di tutta la collettività».
Il Comune di Avezzano, Ads n. 3 come detto dal Vicesindaco, partecipa, come Comune Capofila, all’Avviso pubblico indetto dalla Regione Abruzzo, insieme all’Ads n.4 Peligno, tramite un Associazione temporanea di scopo (Ats) dove sono stati già inseriti partner territoriali privati qualificati rispetto alle attività che saranno inserite nel progetto.
Partner privati che sono stati selezionati attraverso un apposito avviso pubblicato nelle scorse settimane, che prevede la coprogettazione degli interventi, anche sperimentali, per il contrasto alla povertà educativa minorile, per promuovere il rispetto delle differenze culturali, linguistiche, religiose, etniche e di genere esistenti, tramite azioni di contrasto ai fenomeni di bullismo e di violenza di genere nelle tre linee d’azione che sono:
- Fascia d’età 0 – 6 anni – Integrare servizi esistenti e rafforzare l’acquisizione di competenze educative genitoriali fondamentali per il benessere dei bambini e delle loro famiglie (offerte complementari all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia con una particolare attenzione al rafforzamento educativo dei genitori, degli insegnati e degli educatori).
- Fascia d’età 5 – 10 anni – Promuovere il benessere e la crescita armonica dei minorenni.
- Fascia d’età 11 – 17 anni – Favorire processi di inclusione e partecipazione sociale e comunitaria.
La durata complessiva delle attività progettuali è di 24 mesi, a decorrere dalla comunicazione di avvio delle attività.
Le maggiori criticità sulle quali si intende agire sono il disagio sociale, la povertà educativa, l’abbandono e la dispersione scolastica, il bullismo, altre forme di disagio psicologico legate all’appartenenza del minorenne a comunità a rischio di emarginazione sociale.
I principali beneficiari delle attività sono i minori a rischio esclusione e a rischio povertà educativa e le loro famiglie. Nello specifico:
- minori appartenenti alla fascia di età 0-6 anni;
- minori appartenenti alla fascia di età 5-10 anni;
- minori appartenenti alla fascia di età 11-17 anni.
L’individuazione dei minori destinatari in situazioni di disagio e/o rischio di devianza, avverrà anche sulla base di segnalazioni dei Servizi Sociali degli Ambiti Distrettuali Sociali, delle Istituzioni Scolastiche e/o dei Centri di Giustizia Minorile e Uffici di Servizio Sociale per i minorenni.
L’intervento pone particolare attenzione alle categorie specifiche di bambini e bambine incluse nel Piano di Azione Nazionale per l’Attuazione della Garanzia Infanzia (PANGI):
- minorenni profughi dalla guerra in Ucraina;
- minorenni senza fissa dimora o minorenni in situazioni di grave disagio abitativo;
- minorenni con disabilità;
- minorenni con problemi di salute mentale;
- minorenni provenienti da un contesto migratorio o appartenenti a minoranze etniche, in particolare Rom, Sinti e Camminanti;
- minorenni che si trovano in strutture di assistenza alternativa, in particolare istituzionale;
- minorenni in situazioni familiari precarie. Con particolare attenzione a:
- adolescenti e preadolescenti;
- minorenni adottati.
Sono 10, quindi, i partener privati ammessi a partecipare al progetto, muniti di tutti i requisiti legali, amministrativi, tecnici, di esperienza e strutturali e strumentali, in grado di poter effettuare gli interventi e i supporti che saranno previsti nel progetto.
Progetto che, entro poche settimane, sarà messo a punto da dirigenti, funzionari, tecnici ed esperti dell’Ambito 3 Avezzano e dell’Ambito 4 Peligno, per ottenere il relativo finanziamento e poi, in tempi brevi, attuare le azioni tese a favorire una crescita e un corretto sviluppo dei minori.
Comunicato stampa