La storia di Angelo ha smosso la coscienza di molti, sia di animalisti convinti, che di persone che magari nella loro vita non hanno mai avuto in casa nemmeno un pesciolino rosso, lontane dunque da quel legame speciale che può esistere tra l’uomo e l’animale. Ed è proprio questa stessa storia, che, corredata da pagine scure e livide, verrà raccontata ancora una volta nella città marsicana di Avezzano.
Angelo, un dolcissimo randagio dal pelo bianco, era solito aggirarsi, indisturbato, nelle campagne calabresi fino al giorno in cui ha avuto la sfortuna di incontrare, sulla sua strada, quattro ragazzi che, mossi non si sa da quale intento, hanno deciso di ucciderlo a bastonate dopo averlo impiccato. Il gesto, così crudele, reso pubblico sui social, ha scatenato, ovviamente, l’indignazione della folla, tanto che L’IAPL Italia si è subito attivata affinchè venissero puniti gli autori, costituendosi parte civile. Il 17 settembre nella città avezzanese, quindi, avrà luogo un presidio con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica, affinché il caso di Angelo rappresenti un gesto isolato. L’evento, organizzato dall’IAPL Ucraina e IAPL Italia, si terrà anche nelle città di Roma e Torino. Eligio Galdi, responsabile della delegazione IAPL di Avezzano, insieme ad altri volontari, sarà in Piazza Matteotti, dalle ore 14.30 con l’intento di far conoscere a tutti la storia di Angelo e formulare assieme una proposta di legge che porti ad un inasprimento delle pene per chi commette tali crimini.
E’ giusto maltrattare un animale? Questo è quello che ci si deve domandare davanti ad una storia così crudele, aggravata anche dal fatto che, a commettere l’azione così efferata, sono stati quattro ragazzi i quali, orgogliosi del loro operato, non hanno esitato a rendere pubblico l’accaduto su Facebook.
Dall’analisi dei dati raccolti da Link Italia (APS) e Corpo Forestale Dello Stato nel report 2016, emerge che i crimini commessi sugli animali devono essere interpretati come indicatori di pericolosità sociale del soggetto che li compie. Così come è riportato dal volantino che si allega, nel quale, infatti, si legge che: «Il maltrattamento e/o uccisione di animali, oltre ad essere crimini da contrastare di per sé, devono essere considerati come specifici ed efficienti indicatori di pericolosità sociale e sinonimi di una potenziale situazione di esistenza patogena».