“Di recente, i cittadini e le cittadine della Provincia dell’Aquila, in buona parte pensionati e pensionate, si sono visti recapitare, presso l’indirizzo di residenza, per il tramite dell’Agenzia delle Entrate, avvisi di pagamento per la mancata disdetta di prestazioni sanitarie per i più svariati importi”. Il Segretario Cgil L’Aquila, Francesco Marrelli, chiede la revoca/sospensione degli avvisi di pagamento ASL1 Abruzzo in merito alle prestazioni sanitarie non disdette.
“Sul punto, si premette che il d.lgs. n. 124/1998, in effetti, stabilisce che si può disdire la prenotazione di una visita prima della data fissata e che, in assenza della disdetta, bisogna pagare il costo del ticket. A tal proposito, si rileva che, per quanto concerne la mancata disdetta della prenotazione, la Delibera della Giunta Regionale n. 265/2019 (Piano Regionale per il Governo delle Liste di Attesa (PRGLA), per il triennio 2019-2021) prevede che “Le Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie sono tenute a rendere il più agevole possibile per l’utente la eventuale disdetta della prenotazione” che, si precisa, deve pervenire entro le 72 ore precedenti alla data dell’erogazione della prestazione.
Ciò premesso, il problema è che tali avvisi di pagamento per la mancata disdetta della prenotazione di prestazioni sanitarie sembrerebbero stati emessi in via del tutto arbitraria, senza che la ASL1 rendesse agevole né certa l’avvenuta disdetta, come invece previsto dalla sopramenzionata Delibera.
Ed infatti, fino a pochissimo tempo fa, la ASL1 aveva adottato una prassi aziendale in forza della quale, per annullare la prenotazione di prestazioni sanitarie, bastava una semplice telefonata al CUP che, di rimando, non forniva alcuna conferma scritta dell’avvenuta disdetta, o, in alternativa, era sufficiente recarsi personalmente presso il CUP, limitandosi a comunicare verbalmente la disdetta della prenotazione, senza ricevere in cambio alcuna ricevuta.
Oltre a ciò, va detto che tali avvisi di pagamento fanno riferimento ad annualità di molto risalenti nel tempo (2015, 2016, 2017, etc.). Ebbene, come già precisato, gli utenti che non provvedono a disdire la prenotazione delle prestazioni sanitarie delle quali non intendono fruire entro i termini previsti (e cioè entro le 72 ore precedenti la data della erogazione della prestazione) sono tenuti, come da delibera della Giunta Regionale n. 265/2019, “al pagamento della sanzione amministrativa pari alla quota ordinaria di partecipazione al costo (ticket) per la prestazione prenotata e non usufruita (…)”, delibera che la ASL1 ha integralmente recepito con provvedimento del Direttore Generale del 01/08/2019, n. 1335. In via ulteriore, si precisa che la legge n. 689/1981 regola in via generale l’irrogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie; ai sensi dell’art. 28 della citata legge, tali sanzioni sono soggette ad un termine di prescrizione di cinque anni, decorrenti “dal giorno in cui è stata commessa la violazione”.
In via ulteriore, posto che, in ordine alle suddette disposizioni, la ASL1, per il tramite dell’Agenzia delle Entrate, ha inviato migliaia di avvisi di pagamento in forza di sanzioni amministrative risalenti nel tempo per la mancata disdetta della prenotazione delle prestazioni sanitarie, si osserva che la Legge Regionale n. 47/1984, all’art. 13, prevede che “il diritto a riscuotere le somme dovute per le violazioni di norme che prevedono l’irrogazione di sanzioni amministrative-pecuniarie si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata commessa la violazione (…)”.
Pertanto, a parere di chi scrive, la ASL1, per il tramite dell’Agenzia delle Entrate, ha ingiunto ai cittadini e alle cittadine della Provincia dell’Aquila di pagare gli importi più svariati in forza di sanzioni amministrative che sembrerebbero ormai prescritte.
Questa situazione è intollerabile in quanto, a parere della scrivente, non solo si pone in aperto contrasto con le sopramenzionate disposizioni, ma arreca un vulnus alle cittadine ed ai cittadini della Provincia dell’Aquila che, in alcuni casi, e non senza sacrificio, hanno già provveduto a pagare quanto richiesto dalla ASL1, e, nella maggior parte dei casi, non sapendo cosa fare, si trovano in una condizione di confusione e di incertezza.
Chiediamo, pertanto, che gli avvisi di pagamento vengano immediatamente revocati, o quantomeno sospesi, in attesa dei doverosi chiarimenti in merito, nell’interesse dell’intera collettività.
In difetto di immediato positivo riscontro, si informa che la CGIL della Provincia dell’Aquila ha già conferito mandato ai propri legali al fine di avviare, ove ne ricorrano le condizioni, un’azione giudiziale inibitoria e/o restitutoria”.