In merito alle dichiarazioni del sindaco di Canistro effettuate sulla procedura amministrativa di affidamento della concessione delle sorgenti Sant’Antonio Sponga, si precisa quanto segue.
“Ricordo al sindaco Angelo Di Paolo, che, negli enti locali vige il principio normativo di distinzione tra funzioni di indirizzo politico e di gestione. Gli atti amministrativi di una gara pubblica, come nel caso della concessione delle sorgenti Sant’Antonio Sponga di Canistro, rientrano per legge nella seconda ipotesi, e già questo, a nostro avviso, basterebbe a mettere a nudo le capacità amministrative del primo cittadino di Canistro”. Così incomincia la nota diramata alla stampa dall’assessore della Regione Abruzzo, Nicola Campitelli, dopo le ultime dichiarazioni proprio del primo cittadino. Il sindaco di Canistro, di fatti, a seguito della decisione del Tar di annullare il risultato dell’ultima gara, aveva asserito che “le irregolarità fiscali della Santa Croce erano ben note al direttore del dipartimento di Politica Energetica e Risorse del Territorio Pierpaolo Pescara e al dirigente Salvatore Corroppolo, ma anche al presidente della Commissione di gara Franco Geradini e al RUP. Ognuno di loro – aveva continuato il sindaco – mancando di dichiarare da subito l’inammissibilità della società Santa Croce ha chiare responsabilità morali e professionali per essere la causa diretta di un tale disastro, di cui pagheranno il prezzo gli ex lavoratori delle acque minerali, ancora una volta vittime dei giochi di potere. Dovranno rendere conto del loro operato anche l’assessore competente Campitelli e il Presidente Marsilio, ugualmente consapevoli delle irregolarità fiscali della Santa Croce per aver il Comune di Canistro portato alla loro attenzione i documenti acquisiti dalle Agenzie delle Entrate di Pescara e di Roma. Dunque, se hanno dignità politica dovranno dimettersi anche loro e chiedere scusa agli operai e alla comunità tutta di Canistro”.
“Tuttavia, a seguito dell’ordinanza del Tar dell’Aquila, l’amministrazione regionale, appena avrà raccolto il parere tecnico dell’Avvocatura regionale, valuterà il percorso da intraprendere. Sul piano politico, invece, emerge come il sindaco Di Paolo voglia solo strumentalizzare una vicenda giudiziaria a beneficio del consenso personale in vista delle prossime elezioni amministrative in autunno. Un metodo che, come spesso accade, non produce risultati positivi”, così ha replicato l’assessore regionale tirato in ballo.