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Bar: con l’abolizione del giallo il futuro è grigio

"Ci aspettavamo di poter riaprire dopo Pasqua - spiega Carlo Ferraioli dell'Associazione Ristoranti Confcommercio Pescara - ma purtroppo pare che non sarà così". Il commento alla decisione del Governo.

Riapertura bar e ristoranti: ecco il protocollo da seguire

Rabbia e delusione dei rappresentanti di bar e ristoranti dopo che il Governo ha preannunciato la volontà di non prevedere zone gialle per tutto il mese di aprile con conseguente obbligo di chiusura dei pubblici esercizi. La notizia è stata battuta anche dall’Ansa. Scatta la rabbia, ma soprattutto la delusione a fronte di quanto previsto e preannunciato.

“Facciamo qualche consegna a domicilio e un po’ di asporto solo per mantenere il contatto con la clientela, ma si tratta di incassi risibili rispetto ai costi fissi. Ci auguriamo che la pressione che stiamo facendo a livello nazionale tramite la Confcommercio e la FIPE, possa produrre almeno la possibilità di riaprire a metà mese”. Questo il commento di Carlo Ferraioli dell’Associazione Ristoranti Confcommercio Pescara.

“Nella nostra regione – spiega anche Carlo Miccoli dell’Associazione Bar Confcommercio Pescara – siamo praticamente chiusi da novembre, salvo pochi giorni di riapertura a gennaio, e se davvero il Governo confermerà anche aprile senza zone gialle saranno praticamente sei mesi consecutivi senza apertura al pubblico. Sarebbe veramente una beffa perché ora che abbiamo numeri da zona gialla potremmo non riaprire per decisione del Governo e questo per il nostro settore è un vero è proprio disastro a livello economico. Andiamo avanti con l’asporto ma non riusciamo a coprire neanche i costi; i contributi ricevuti fino ad ora sono briciole rispetto al debito accumulato per effetto delle chiusure. Chiediamo di poter riaprire almeno dalla seconda settimana di aprile anche solo con il servizio ai tavoli all’aperto. Il nostro è un sistema fragilissimo fatto nella maggior parte dei casi da piccole attività a gestione familiare che non riescono più a fare fronte agli elevati costi fissi e agli impegni finanziari con il mondo bancario e con il fisco”

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